(Teleborsa) - Fine anno turbolento agli Aeroporti del Garda, dove ai numeri positivi del Catullo, che registra un movimento di 3,5 milioni di passeggeri in decisa crescita, fa da contraltare la pesante perdita per 7 milioni di euro delle attività riferite allo scalo bresciano di Montichiari. Intenzioni di rilancio cui gli azionisti veronesi avevano puntato sin dal 2014 con l’ingresso nella compagine della società veneziana Save e ancora oggi messo in discussione da Anca (Autorità nazionale anticorruzione) per la modalità di acquisizione delle quote dal Comune di Villafranca, avvenuta senza gara pubblica.

Save, che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso, detiene il 41,271% della Catullo, mentre Aerogest il 47, 015%. Il restante pacchetto è suddiviso tra una costellazione di 24 Enti, tra cui molti Comuni e con la partecipazione più alta in possesso della Provincia Autonoma di Bolzano con il 3.584%.

I conti in rosso di Montichiari, in assenza di un piano strategico di sviluppo, rappresentano una zavorra che i soci pubblici e privati fanno intendere di non volere sostenere oltre. Le ipotesi di collaborazione a ovest risultano al momento congelate.

Pochi giorni fa, a metà dicembre, l’avv.Roberto Bruni, Presidente di SACBO, società di gestione dell’Aeroporto di Milano Bergamo, aveva ribadito che un’eventuale ipotesi di collaborazione societaria e operativa potrà essere legata solo alla ridiscussione della concessione di Montichiari, che è in capo alla Catullo, ovvero alla creazione di una Newco.