(Teleborsa) - Nella giornata di oggi, Bruxelles ha deciso di aprire formalmente una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia sul Codice Appalti. Secondo la Commissione europea, dunque, la legislazione italiana in materia di appalti non è conforme alle norme Ue. Per questo ha inviato lettere di costituzione in mora all'Italia e ad altri 14 Stati membri (Bulgaria, Cechia, Cipro, Croazia, Danimarca, Finlandia, Germania, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Romania, Svezia e Ungheria) in relazione alla conformità della loro legislazione nazionale alle norme dell'Ue su appalti pubblici e concessioni. Gli Stati membri, ricorda Bruxelles in una nota, erano tenuti a recepire la nuova normativa nel diritto nazionale entro il 18 aprile 2016.

ANCE: ADESSO INTERVENGA GOVERNO - "La procedura d'infrazione decisa della Commissione europea, seppur in attesa di conoscere il testo integrale del provvedimento, conferma quello che denunciamo da anni e cioè che il Codice appalti ha completamente fallito l'obiettivo di riportare il settore dei lavori pubblici in Europa con regole semplici, chiare e trasparenti". E' quanto afferma il presidente Ance, Gabriele Buia, che invita il Governo "a non perdere altro tempo e a intervenire subito con un decreto urgente per modificare la normativa".

Con l'invio della lettera di messa in mora spedita oggi da Bruxelles, l'Italia ha due mesi di tempo per fornire risposte efficaci e scongiurare che la procedura d'infrazione prosegua il suo iter.