L'industria privata non faceva più profitti, la piccola industria era soffocata dal fisco e dalla burocrazia, il sistema pubblico dell'economia condizionato dalla politica; le banche italiane vittime di una legge che risaliva al periodo fascista risentivano della crisi del sistema e per di più non si erano modernizzate e quindi sono divenute facile preda delle banche straniere. Infine la riforma delle casse di risparmio, che separava l'attività strettamente bancaria dall'attività di sostegno sociale, non aveva raggiunto appieno i suoi obiettivi.
Così sottolinea il Presidente onorario delle Fondazione Roma "le banche hanno perso la loro posizione privilegiata di strumento primario dell'economia e le stesse fondazioni che dovevano dare una risposta alla crisi economica, volendo fare i banchieri e interessarsi di potere, sono andate in crisi".
La Fondazione Roma sotto la guida del suo Presidente "ha avuto la lungimiranza di intravedere la crisi per tempo" e mantenendo un bilancio solido ha potuto investire nelle carenze del welfare pubblico. Emmanuele Emanuele spiega i molteplici sostegni finanziari della sua fondazione agli ospedali romani, la creazione di istituti che si occupano dei malati terminali, dei bambini con problemi motori, degli anziani malati di Alzheimer nonché la fornitura di macchine per la diagnosi all'avanguardia nel campo della tecnologia.
Tutte iniziative, ricorda il Presidente, tese a ricreare pace e fratellanza in un settore del mondo percorso da tragedie umane e guerre.
a cura di
Dino Sorgonà