(Teleborsa) - L'austerity avviata dal governo Monti nel 2011 era necessaria, ma probabilmente "sarebbe stato possibile comunicarla molto meglio" con maggiore "trasparenza sugli obiettivi di lungo termine". A dirlo è il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, alla presentazione del libro "Austerità" di Alberto Alesina, Carlo Favero e Francesco Giavazzi.

"L'austerità non è necessariamente sempre una scelta, a volte è una necessità", ha aggiunto Visco, riferendosi alla scelta intrapresa dall'allora governo.

"Se viene meno la fiducia dei mercati e degli investitori, se c'è una crisi di liquidità che può trasformarsi in una crisi di solvibilità, viene da interrogarti su cosa sarebbe successo se non avessi preso quelle decisioni. In quel contesto sarebbe stato difficile fare cose diverse", ha ammesso Visco che difende comunque la scelta dell'austerity.

"Anche se ci fosse stato il 'whatever it takes' di Mario Draghi, cosa sarebbe successo di noi se non ci fosse stata quella austerità? Credo che il circolo vizioso ci sarebbe stato lo stesso", ha chiarito il numero uno di Bankitalia. "Nel 2011 parlando con Monti contavamo sugli effetti sulla fiducia e sulle aspettative più di quanto poi ha avuto luogo. La fiducia è fondamentale", ha aggiunto.