(Teleborsa) - Nel quinquennio 2013-2018 l'Italia ha registrato il maggiore calo del prezzo degli immobili sia sul territorio nazionale sia nella capitale Roma, segno della difficile situazione economica del Paese. A dirlo è il Fondo Monetario Internazionale nel capitolo analitico Global Financial Styability Report appena pubblicato.

Secondo l'istituto di Washington, il nostro Paese è tra le economie avanzate una delle poche ad aver avuto tra il 2013 e il secondo trimestre 2018 un calo reale quasi del 4%, insieme a Finlandia, Singapore, e la Francia. Gli ultimi due casi, fa notare lo studio - basato sui dati di Banca dei Regolamenti Internazionali e Ocse - hanno però visto un'impennata nei prezzi delle case nelle rispettive capitali.

A livello generale, il rialzo maggiore sullo stesso periodo si è registrato in Irlanda, seguita da Nuova Zelanda, Australia, Canada e Norvegia.

La parte analitica del Gsfr studia e quantifica i prezzi a rischio delle abitazioni, che costituiscono una misura dei rischi al ribasso per la futura crescita dei prezzi delle abitazioni, con un campione di 32 economie di mercato avanzate ed emergenti e grandi città.

Lo studio è particolarmente rilevante perché, secondo gli esperti del Fmi, la misurazione dei prezzi a rischio delle abitazioni aiuta a prevedere i rischi al ribasso per la crescita del PIL, in modo maggiore rispetto alle misure più semplici degli squilibri sui prezzi delle abitazioni, ed è quindi uno dei modelli di allarme precoce per le crisi finanziarie.

Le stime Fmi evidenziano che i rischi al ribasso per i prezzi delle abitazioni sono aumentati dalla crisi finanziaria globale, con la maggior parte dei paesi che presentavano un rischio più elevato alla fine del 2007 che affrontare rischi più' bassi oggi, anche se in molte economie avanzate ed emergenti i prezzi delle case restano a rischio.