(Teleborsa) - Il Fondo Monetaria Internazionale taglia le stime sul PIL della Cina, indicando che, a dispetto di una stabilizzazione dell'attività nei primi mesi del 2019, le tensioni commerciali con gli USA avranno impatto negativo sulla crescita dell'economia della più grande economia asiatica quest'anno ed anche il prossimo.

Le nuove previsioni del FMI indicano infatti una crescita del 6,2% per il 2019, in peggioramento rispetto ad una precedente previsione del 6,3%. Tagliate anche le previsioni sul 2020 al 6% dal 6,1% indicato in precedenza. L'inflazione complessiva dovrebbe salire al 2,3% nel 2019, a causa dell'aumento dei prezzi alimentari.

"Le incertezze sulle tensioni commerciali restano alte e i rischi sono orientati al ribasso", sottolinea l'Istituto di Washington, al termine della missione a Pechino.

Le prospettive a breve termine rimangono particolarmente incerte - sottolinea - considerato il potenziale per un'ulteriore escalation delle tensioni commerciali.

Anche le prospettive più a lungo termine indicano un progressivo rallentamento della crescita, più in linea con i tassi di espansione di una economia matura. Per il Fondo, infatti, la crescita dovrebbe rallentare gradualmente fino al 5,5% nel 2024 in quanto "l'economia avanza verso un percorso di crescita più sostenibile".

Dal FMI anche alcune indicazioni per il futuro: "lavorare in modo costruttivo" con i partner commerciali per affrontare le sfide ed i cambiamenti dell'economia internazionale; portare avanti le riforme strutturali già avviate da Pechino sul fronte della concorrenza, intervenendo con più decisione sulla riforma delle imprese statalizzate e sulla concorrenza nel settore dei servizi.