(Teleborsa) - Il peso della burocrazia torna a gravare sulle PMI italiane. Secondo un'analisi dell'Ufficio Studi della CGIA di Mestre, associazione che rappresenta artigiani e PMI, il saldo complessivo degli oneri amministrativi introdotti ed eliminati nel 2018 con gli atti normativi approvati dai singoli ministeri è tornato in positivo, incrementando di 36 milioni il costo aggiuntivo per le PMI italiane.

Tali costi aggiuntivi, necessari ad espletare le nuove formalità richieste, vanno ad aggiungersi agli storici 31 miliardi che rappresentano i costi annuali gravanti sulle imprese.

Dai risultati riportati, emerge che su 28 paesi monitorati, l'Italia è al 23° posto, uno degli ultimi: solo l'Ungheria, Croazia, Grecia, Romania e la Bulgaria registrano performance inferiori. Ben 192 le regioni d’Europa monitorate in questa indagine promossa dalla Commissione europea, che vede nel Trentino Alto Adige quale prima realtà italiana classificata al 118° posto. Seguono al 127° l’Emilia Romagna, al 128° il Veneto e al 131° la Lombardia. Male il Sud, con le ultime 10 posizioni della classifica generale occupare da 4 regioni del Mezzogiorno: al 183° posto la Basilicata, al 186° la Campania, al 189° l’Abruzzo e al 190° la Calabria. La regione più virtuosa d’Europa è la finlandese Åland, maglia nera, invece, la bulgara Severozapaden.