(Teleborsa) - Mario Draghi si prepara a salutare la Bce con quello che sarà il suo ultimo Consiglio direttivo prima di cedere la guida dell'Eurotower alla francese Christine Lagarde che prenderà il suo posto dal prossimo 1 novembre.

Entrato alla Bce il primo novembre del 2011, nel corso degli ultimi otto anni l'economista italiano ha guidato la Banca Centrale Europea durante gli anni più difficili per l'euro, diventando per molti il salvatore dell'eurozona.

Suoi sono infatti i provvedimenti più importanti come il Piano di Rifinanziamento a lungo termine (Ltro) per il settore bancario, il taglio dei tassi d'interesse, lo sblocco del Meccanismo europeo di stabilità (Esm), detto anche Fondo salva-Stati, il Quantitative easing, con cui l'Eurotower riacquista i titoli di Stato in pancia alle banche immettendo liquidità da destinare al finanziamento di famiglie e imprese. Un programma che, nonostante le resistenze tedesche, ha immesso nel sistema - sino a fine 2018 - circa 2.600 miliardi di euro, pari a quasi il 20% del Pil dell'Unione europea.

Anche il suo provvedimento più recente - che risale allo scorso settembre - cioè l'approvazione di un nuovo pacchetto di stimoli con taglio dei tassi e un secondo Qe da 20 miliardi di euro al mese, ha calmato le acque per l'eurozona alle prese con dazi, crisi commerciali e politiche.

Il suo "Whatever it takes", "Ad ogni costo", detto nel luglio 2012, è diventato un vero e proprio cavallo di battaglia per l'istituzione che grazie alla politica monetaria accomodante fortemente voluta da Draghi, ha rappresentato più di un'ancora di salvezza per il Vecchio Continente.

Ora, gli ultimi atti da presidente, in attesa del passaggio di consegne in programma con una cerimonia lunedì 28 ottobre, quando Mario Draghi saluterà ufficialmente la Bce.