(Teleborsa) - La situazione in Libia rischia di complicarsi ulteriormente con il passare delle ore dopo che il generale Khalifa Haftar ha respinto la richiesta di cessate il fuoco avanzata dal suo maggior alleato, la Russia, e dalla Turchia.

Dopo il sì del governo di Fayez al Serraj - sostenuto da Ankara - alla tregua, sembrava che la strada verso una soluzione diplomatica fosse ancora praticabile.

Invece, è arrivato secco il no di Haftar. "La tregua? Solo se spariranno le milizie da Tripoli", ha risposto il generale. Più diplomatica ma uguale nella sostanza la dichiarazione del portavoce del sedicente Esercito nazionale libico, Ahmed al Mismari: "Ringraziamo la Russia per il suo sostegno ma non possiamo smettere di combattere il terrorismo".

Le parole di al Mismari hanno così giustificato l'avanzare dell'esercito guidato da Haftar che si è scagliato contro le milizie che difendono il fragile governo di Tripoli, l'unico riconosciuto dall'Onu.

Al momento, le poche informazioni che arrivano dalla Libia e difficili da verificare, parlano di offensive nei dintorni di Sirte e della capitale, mentre l'aeroporto di Mitiga, unico ancora a servire Tripoli, sarebbe stato colpito da raid aerei lanciati dall'aviazione degli Emirati Arabi Uniti, sostenitori di Haftar.