(Teleborsa) - Cresce il grido d'allarme degli operatori del settore turistico e in particolare delle agenzie di viaggio e tour operator, attivi sia nell'outgoing che nell'incoming, in questo momento impegnati nella partita dei rimborsi e al lavoro in smart working, mentre risulta praticamente azzerato il capitolo delle prenotazioni.

Tredicimila imprese che generano un fatturato annuo di 20 miliardi e occupano circa 75mila addetti, ma pagano lo scotto dell'eccessiva frammentazione anche a livello associativo e che ora chiedono la costituzione di un tavolo di crisi e agevolazioni fiscali e previdenziali per sopperire ai mancati ricavi e pianificare la lenta e graduale ripresa economica del settore viaggi.

Nelle ultime ore si susseguono gli interventi dei principali brand del mondo dei viaggi e delle vacanze, tutti concordi nel chiedere di agire nell'immediato per evitare una crisi senza ritorno. Nel frattempo, molti operatori sono tuttora impegnati a collaborare con il Governo per il rimpatrio di italiani che si trovano ancora all'estero.