(Teleborsa) - La Commissione europea ha confermato la linea dura nei confronti dell'Italia sul tema delle norme nazionali sulle concessioni balneari. Infatti, nella risposta scritta del Commissario per il Mercato Unico Thierry Breton a un'interrogazione degli europarlamentari di Forza Italia – che hanno chiesto di tenere conto delle difficoltà legate alla pandemia – l'esecutivo Ue ha ribadito che "la proroga automatica delle autorizzazioni esistenti in Italia in assenza di qualsiasi procedura di selezione tra i potenziali candidati è incompatibile con la direttiva 2006/123/Ce (la cosiddetta direttiva Bolkestein, ndr) e con il Trattato sul funzionamento dell'Unione europea".

Pur sottolineando di essere "pienamente consapevole" dell'importanza del turismo balneare per l'economia di diverse regioni del Paese, "l'impatto negativo della pandemia sul settore del turismo rende ancora più importanti gli investimenti e l'innovazione in questo settore". In particolare, "la trasparenza e la concorrenza leale attirerebbero gli investimenti e stimolerebbero l'innovazione sia dei concessionari esistenti che degli operatori nuovi e innovativi". Secondo Breton infatti le attuali norme italiane non solo violano il diritto dell'Ue, "ma compromettono anche la certezza del diritto per i servizi turistici balneari. Scoraggiano gli investimenti e ostacolano la modernizzazione di un settore fondamentale per l'economia italiana".

Il 3 dicembre scorso, la Commissione Ue ha aperto una nuova procedura d'infrazione per il mancato allineamento al diritto comunitario della normativa italiana per il rilascio in concessione di aree del demanio marittimo destinate al turismo balneare e ai servizi per il tempo libero. Infatti l'Italia in base a quanto rilevato da Bruxelles non ha dato esecuzione alla sentenza della Corte europea di Giustizia del 14 luglio 2016 che aveva giudicato incompatibili con il diritto dell'Ue la legislazione e la prassi, in vigore all'epoca nel Paese, che consentivano la proroga automatica delle le autorizzazioni esistenti per le concessioni balneari.

Successivamente sono state inoltre prorogate le autorizzazioni esistenti fino alla fine del 2033, e ha vietato alle autorità locali di avviare o di continuare procedure di selezione pubblica aperte per l'assegnazione di concessioni che sarebbero altrimenti scadute. Azioni che l'esecutivo Ue ha considerato in violazione del diritto comunitario. Il governo italiano, che aveva due mesi per rispondere, ha inviato le sue osservazioni a Bruxelles la settimana scorsa, secondo quanto ha riferito oggi una portavoce della Commissione, limitandosi a dire che l'esecutivo Ue sta ora analizzando il testo.