(Teleborsa) - L'Italia è un partner commerciale importante per la Serbia ed il Kosovo, le cui tensioni continuano ad avere un importante impatto nei rapporti con l’Unione Europea, che ha agito da principale mediatrice in occasione del vertice Ue- Balcani Occidentali del 6 ottobre. La rigidità delle posizioni tra i due governi è uno dei principali elementi che blocca il loro processo di integrazione nell’Ue e gli stanziamenti finanziari di Bruxelles, con ricadute sulle prospettive di business di molte aziende italiane. Ecco le dimensioni del fenomeno secondo una ricerca elaborata dall'Ufficio Studi di SACE intitolata "Serbia e Kosovo, potenzialità di business dopo il vertice europeo".

L’Italia è un partner di rilievo per la Serbia, con un flusso di esportazioni Made in Italy - principalmente macchinari, tessile e abbigliamento e prodotti in metallo - che ammontava a 1,6 miliardi nel 2020. Nei primi sei mesi di quest'anno si è registrata una crescita tendenziale del 29%, grazie alla concia di Vicenza e di Pisa, ai macchinari di Milano e Monza e di Reggio Emilia, ai metalli di Brescia, alle piastrelle di Modena e Reggio Emilia e alle calzature di Firenze. Sul territorio serbo sono presenti oltre 600 imprese italiane per un portafoglio di investimenti di circa 3 miliardi di euro divisi tra settore automobilistico, bancario e tessile.

Il Kosovo importa dall’Italia beni - principalmente agroalimentare e meccanica strumentale - per un valore di 105 milioni di euro, proporzionato alle sue minori dimensioni demografiche (meno di 2 milioni di abitanti). Nei primi sei mesi del 2021 si osserva una crescita tendenziale dell'export del 45% con il contributo, tra gli altri, dei casalinghi e prodotti in metallo di Brescia, dei caffè e dolci di Torino, delle macchine per l'industria cartaria di Lucca e delle macchine utensili e per il legno di Pesaro Urbino. La presenza di operatori italiani nel Paese conta circa 20 aziende.