(Teleborsa) - Tra tre anni i prodotti ESG rappresenteranno circa la metà dei portafogli detenuti dalle Reti di consulenza finanziaria. A fornire la stima sono gli stessi manager delle Imprese associate ad Assoreti, l'Associazione delle Società per la Consulenza agli Investimenti che, con McKinsey, hanno svelato i piani dell'industria della consulenza finanziaria in tema di sostenibilità. Il sustainable investing, che figura oggi tra i primi tre obiettivi dell'agenda strategica del mercato italiano della consulenza finanziaria, nel 2025 avrà dunque raddoppiato il proprio peso nei portafogli dei clienti delle reti rispetto all'attuale 15-20%.

"Modelli di business vincenti per le Reti di consulenti finanziari in ambito ESG", è il titolo dell'analisi presentata oggi in occasione dell'evento promosso da Assoreti per il Salone del Risparmio, "Ruolo e valore della consulenza finanziaria nella transizione sostenibile". Oltre alle Reti – coinvolte con interviste al top management, questionari e focus group – la ricerca ha analizzato anche le dinamiche di comportamento dei clienti, più di mille, tra private e affluent, in relazione agli investimenti e alla consulenza finanziaria in ambito ESG.


"Ci si attende una crescita importante delle masse ESG gestite dalle Reti. Quasi tutti gli operatori – ha commentato Cristina Catania, Senior Partner McKinsey – stanno portando avanti varie iniziative per incentivare la penetrazione dei prodotti di investimento ESG nei propri portafogli e sensibilizzare gli investitori sulle tematiche di sostenibilità. Inoltre, dalla survey è emerso come dall'inizio del 2022 l'interesse ESG sia aumentato per la maggior parte dei clienti e per oltre il 70% di quelli più facoltosi".

L'investimento sostenibile è destinato quindi non solo a restare ma anche a crescere. I primi mesi dell'anno hanno registrato infatti un aumento dell'interesse per i prodotti sostenibili da parte degli investitori italiani: soprattutto i clienti High Net Worth e Private, ma anche gli Affuent. In questa direzione si collocano le priorità espresse della Reti che puntano, nei prossimi anni, ad un'ulteriore specializzazione in ambito ESG nella selezione dei prodotti sostenibili, attualmente realizzata principalmente attraverso la compliance con gli articoli 8 e 9 del regolamento europeo sull'informativa di sostenibilità dei servizi finanziari (Sustainable Finance Disclosure Regulation) e con i rating di sostenibilità di società terze. Ad oggi il 40% delle Reti ha attivato partnership a tema ESG con Asset Manager specializzati e il 25% ha già adottato rating di sostenibilità proprietari, con l'obiettivo di sviluppare competenze sempre più specializzate con un team dedicato alla selezione di prodotti ESG compliant (oggi il 22% ne ha già uno).

La ricerca mette in evidenza anche il ruolo della normativa come leva per favorire le tematiche ESG nell'industria della consulenza finanziaria, con l'inserimento nel questionario di adeguatezza delle preferenze di sostenibilità della clientela dal prossimo agosto. Il 44% delle Reti associate ad Assoreti è già allineato e il 20% ha attivato tool specifici per analizzare le informazioni fornite. Nei prossimi mesi, l'adeguamento ai nuovi obblighi di MiFID II per il 67% dell'industria rifletterà lo standard predisposto dalle richieste della normativa e per il 33% prevederà anche domande integrative per conoscere al meglio la propria clientela.

"Le nuove misure, la cui applicazione è prevista dal prossimo 2 agosto, – sottolinea il commissario Consob, Chiara Mosca commentando i risultati della ricerca – consentiranno ai consulenti di acquisire informazioni sulle preferenze di sostenibilità dei clienti. L'integrazione delle tematiche ESG nella consulenza finanziaria rappresenta un'opportunità per sviluppare modelli di business in ambito ESG ancor più orientati a perseguire il miglior interesse dei clienti; ma si tratta anche di una nuova sfida per l'industria perché sarà valorizzata la capacità dei consulenti di spiegare ai clienti le implicazioni della sostenibilità affinché le decisioni di investimento siano informate ed allineate a tali preferenze".

La formazione rappresenta poi uno dei fattori chiave per sviluppare l'integrazione delle tematiche ESG nel modello di consulenza: il 90% delle Reti ha infatti avviato corsi ESG complementari a quelli obbligatori (il 56% con percorsi interni, il 33% misti). Una specializzazione a cui l'industria punta e che va di pari passo con la digitalizzazione che, al servizio dei consulenti, sarà uno dei fattori di successo per gestire la complessità delle analisi e ridurre il rischio di conformità dei modelli di profilazione. L'86% delle Reti ha già messo a disposizione dei consulenti strumenti dedicati che includono attività di formazione (57%), piattaforme digitali (43%) e tool per valutare la conformità normativa dei prodotti (29%).

"Abbiamo assistito e continuiamo ad osservare una forte spinta da parte dei consulenti finanziari a guidare le famiglie verso il risparmio gestito di qualità. Qualità che – ha dichiarato Paola Pietrafesa, amministratore delegato di Allianz Bank FA, rappresentante l'Assoreti – è sostenuta da continua formazione e specializzazione dove il ruolo del consulente finanziario, la sua professionalità unita alla capacità di costruire relazioni fiduciarie, sono e saranno ancora più determinanti nel convertire liquidità in investimenti sostenibili. Una competenza di cui il sistema ha già dato prova mantenendo la liquidità al di sotto del 15%, un valore decisamente basso rispetto all'andamento del mercato".

"Gli operatori del settore – ha affermato Marco Tofanelli, segretario generale Assoreti – hanno consapevolezza di questo tema e si stanno muovendo su una traiettoria più sostenibile. È un percorso complesso, ancora incerto nel traguardo, ma non c'è dubbio che è il percorso del futuro. L'industria ha da sempre avuto la sensibilità e capacità di anticipare i tempi e questo studio ne dà evidenza. Come Associazione, già tre anni fa, abbiamo deciso di aggiornare il Codice di Comportamento dando risalto alla sostenibilità e al ricambio generazionale e molto stiamo facendo per fornire, a chi guiderà questo cambiamento, gli strumenti necessari perché la professione sia sempre al passo con i tempi".

Tecnologia e specializzazione sono le leve condivise dall'industria per una conoscenza del comportamento del cliente sempre più approfondita. Le Reti di consulenza sostengono infatti che oggi il 50% dei clienti sarebbe disposto a costi maggiori per un prodotto ESG, visto l'interesse medio-alto per il tema dichiarato dall'83% dei clienti intervistati, che valutano una maggiore propensione a investire in prodotti con impatto positivo sull'ambiente (57%) e sulla società (52%).

"La rilevanza dei temi ESG è in continua ascesa. La formazione è fondamentale sia per le reti di consulenti finanziari che per gli studenti che intendono intraprendere questo percorso: la consapevolezza da parte degli studenti sull'evoluzione della finanza sostenibile, alimenta le nuove reti di consulenti del futuro – ha commentato Francesca Gostinelli, head of Group Strategy, Economics and Scenario Planning di Enel –. Saper leggere l'integrazione a 360° della sostenibilità nelle strategie delle aziende di ogni settore e nelle azioni quotidiane, nei progetti che si realizzano, nelle metriche che da obiettivi diventano cose fatte, è una leva fondamentale per orientare la capacità patrimoniale verso investimenti sostenibili".