(Teleborsa) - La ricchezza finanziaria globale nel 2021 raggiunge il livello record di 530 trilioni di dollari, alimentata dalla forza dei mercati azionari e da un'impennata della domanda di asset reali. E nonostante elementi geopolitici ed economici destabilizzanti come l'inflazione e l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, nei prossimi cinque anni si prevede la creazione di circa 80.000 miliardi di dollari di nuova ricchezza: è quanto rileva la 22esima edizione del report “Global Wealth 2022: Standing Still Is Not an Option” sul comparto della gestione patrimoniale globale di Boston Consulting Group (BCG).

L’IMPATTO DEL CONFLITTO - La guerra in Ucraina determinerà il futuro del comparto, che ha davanti a sé due scenari: uno base e l’altro dovuto a eventuali effetti prolungati del conflitto. Lo scenario base prevede un impatto sul PIL mondiale per il 2022 e il 2023, con un inizio di ripresa nel 2024. Stessa cosa succederà al mercato dei capitali, che tornerà ai livelli pre-guerra nel 2025. È prevista un’impennata dell’inflazione nel corso del 2022, che si appiattirà dal 2023. Infine, si prevede che le sanzioni rimarranno fino al 2025, quando anche i beni congelati saranno sbloccati. La riconnessione a SWIFT è prevista nel 2026, mentre rimarranno congelati gli asset delle banche centrali. Lo scenario dovuto ad effetti prolungati della guerra prevede, invece, un impatto più forte sul PIL, con il 5% di mancata crescita a livello globale nel 2022 rispetto allo scenario base, il 10% nel 2023 e il 7% nel 2024. Anche le previsioni sull’inflazione sono peggiori rispetto allo scenario base, prevista dell'8% nel 2022 e del 13% nel 2023 e nel 2024. I tassi d’interesse sono in linea con lo scenario base, ma avranno un aumento più marcato (+5%) nel 2023 e 2024. La durata delle sanzioni sarà più lunga e il rilascio dei beni congelati è previsto per il 2026.

Nonostante l’attuale situazione geopolitica e trainato dalla ripresa economica post- Covid-19, tra il 2020 e 2021, il patrimonio finanziario globale ha registrato tassi di crescita a due cifre per la prima volta in oltre 20 anni.

LA RICCHEZZA IN ITALIA - L’Italia è l’ottavo Paese per ricchezza finanziaria totale a livello mondiale, con un totale di 6 bilioni di miliardi di dollari americani. Ricchezza finanziaria, pool di asset reali e passività sono cresciuti dal 2016 al 2021, raggiungendo in totale i 13.200 miliardi di dollari USA. La ricchezza finanziaria del nostro Paese ha raggiunto 6.000 miliardi di dollari USA, gli asset reali i 8.100 miliardi e le passività i 900 miliardi di dollari. Nell’ultimo anno il nostro Paese ha raccolto l'11,3% della ricchezza finanziaria, il 12,3% degli asset reali e il 6,6% delle passività dell’Europa Occidentale.

L’analisi BCG stima 431 mila italiani milionari, cioè persone che detengono un patrimonio di almeno un milione di dollari in ricchezza finanziaria, quasi l’1% della popolazione adulta. Se si guarda poi al segmento degli Ultra High Net Worth, gli individui che detengono un patrimonio superiore ai 100 milioni di dollari di ricchezza finanziaria, in Italia se ne contano 2.100.

NET ZERO, IMPERATIVO IMMEDIATO - Quanto agli investimenti sostenibili stanno crescendo a un ritmo da tre a cinque volte superiore a quello degli investimenti tradizionali ed entro il 2026 potrebbero rappresentare dall'8% al 17% della ricchezza investita privatamente, rispetto all'attuale 4%-11%. Sebbene si tenda a pensare all’impatto netto zero come a un obiettivo da raggiungere entro il 2050, il rapporto osserva che i gestori patrimoniali devono agire immediatamente per integrare gli investimenti sostenibili nell'intero ciclo di vita del cliente.

CRIPTO: UN MERCATO NON SFRUTTATO PER I GESTORI PATRIMONIALI - I gestori patrimoniali non tradizionali gestiscono attualmente fino a 1.000 miliardi di dollari di ricchezza derivante da criptovalute e la capitalizzazione di questo mercato potrebbe aumentare da quattro a cinque volte entro il 2030. L'opportunità per i gestori patrimoniali è chiara: quasi l'80% dei clienti intervistati si è dichiarato aperto a prendere in considerazione l'aumento delle proprie partecipazioni in criptovalute se i gestori patrimoniali offrissero servizi di consulenza e formazione. I due terzi dei clienti che hanno affidato i loro investimenti in cripto a terzi, non pensavano che i propri gestori patrimoniali offrissero questo tipo di servizio.