"L'esempio classico, che riguarda tutto il mondo fisico degli esercenti, riguarda i software gestionali di cassa, che integrano i pagamenti - ha continuato - Pensiamo ad aziende che vendono prodotti gestionali per la gestione delle domande dei tavoli, già embeddati con soluzioni di POS e di pagamento. Pensiamo sul modo dell'e-commerce a Shopify, che è molto attivo anche in Italia e offre non solo opportunità di fare siti web online ma anche servizi di pagamento e servizi di credito agli esercenti. Questo è un trend che sta arrivando anche da e sarà molto più forte anche in Italia".
Per quanto riguarda la competizione del mercato, secondo Di Feo "assisteremo nei prossimi anni a una coopetition, quindi una crasi tra competizione e cooperazione di diversi attori. Il trend dell'embedded finance forzerà ancora di più uno scenario da un lato di competizione - quindi istituti di pagamento e istituzioni finanziarie che sono sempre di più spinte a offrire servizi interoperabili - e dall'altro le fintech che a loro volta saranno sempre di più appunto embeddate in servizi di software e piattaforme native".
Sul fronte della concorrenza, "lo scenario di timore è giustificato da due possibili evoluzioni. Una è quella un po' classica, di cui si parla già da anni, che è l'esperienza dei clienti. Quindi è ovvio che nel momento in cui integro un servizio finanziario in un'altra esperienza complessiva l'utente finale potrebbe essere un pochino più "rubato" dalla piattaforma. È anche vero che però il servizio finanziario rimane poi sottostante un touch point fondamentale con l'esperienza cliente".
"L'altra parte è quella della condivisione della value-chain e del value-pool complessivo, e anche qui sicuramente c'è, da un lato uno scenario un po' più di competizione e di tensione, però crediamo che effettivamente focalizzando le nicchie giuste di mercato e i settori in cui andare a lavorare ci possono essere grandi opportunità anche per gli operatori finanziari", ha concluso la Partner di Bain & Company.