(Teleborsa) - Con il fallimento di Silicon Valley Bank e Signature Bank, "il clima è cambiato e c'è una minore propensione a prendere dei rischi, in una fase di tensione sul mondo bancario e di aumento dei tassi di interesse. C'è in prospettiva una minor liquidità in circolazione, con l'azione delle banche centrali e i fallimenti delle banche statunitensi, e questo si ripercuote anche sul mercato italiano ed europeo del venture capital". Lo ha affermato Innocenzo Cipolletta, Presidente di AIFI (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt), durante la presentazione della ricerca 2022 condotta da AIFI in collaborazione con PwC Italia - Deals sul mercato italiano del capitale di rischio.

"L'Europa può reagire attraverso gli operatori istituzionali pubblici, che hanno una visione di più lungo periodo - ha aggiunto Cipolletta - Che gli può consentire di sostituirsi agli operatori private. Comunque un ciclo di rallentamento è prevedibile, ma spero che sia temporaneo".

Rispetto alle notizie di questi giorni, Anna Gervasoni, Direttore Generale AIFI, ha sottolineato che "le startup italiane non si sono indebitate con la SVB e sono anche molto poco indebitate in generale".

"Il sistema di venture capital italiano prevede una forte capitalizzazione, con equity dato da soggetti istituzionali come CDP venture - ha spiegato - Le nostre startup venture-back piccoline non sono quindi indebitate e hanno azionisti abbastanza solidi".