(Teleborsa) - Le previsioni economiche d'inverno appena sfornate dalla Commissione Europea. Questo il tema al centro dell'ultima Ecopillola dell'economista Andrea Ferretti.

La crescita nell'Eurozona

"La Commissione prevede una crescita del PIL dell'Eurozona dello 0,8% nel 2024 e dell'1,5% nel 2025. Si tratta di previsioni e – sottolinea Ferretti – più prudenti rispetto a quelle dell'autunno scorso ma che, comunque, vanno monitorate con attenzione in quanto sono soggette a una buona dose di incertezza e questo per almeno due motivi. Il primo è che l'economia tedesca, fondamentale per l'Eurozona, stenta a rimettersi in moto. Dopo aver chiuso il 2023 con un PIL in ribasso dello 0,3%, anche nel 2024, secondo la Commissione, il PIL tedesco non supererà un modesto +0,3 per cento. Hanno pesato su questo dato sia la drastica riduzione dei consumi interni, sia l'aumento delle materie prime nel comparto edilizio. Emblematico della crisi tedesca è lo sciopero di ben 6 giorni dei ferrovieri, il più lungo della storia. Il secondo motivo è che altri due paesi al di fuori dell'area Euro, la Gran Bretagna e il Giappone, hanno dato evidenti segni di rallentamento. La Gran Bretagna a fine 2023 è entrata in recessione avendo inanellato due trimestri consecutivi di PIL negativo. Il problema è che anche le previsioni non sono affatto rosee.





La banca di Inghilterra prevede, infatti, un PIL in crescita di un modesto 0,2% nel 2024 e dello 0,7% nel 2025. Anche il Giappone, nonostante le politiche ultra espansive del proprio governo, è entrato in recessione alla fine del 2023. Ora il problema è che il rallentamento di queste due economie è in grado di rallentare la crescita anche nell'Eurozona. A questo proposito basta ricordare che l'Italia nell'ambito dell'Unione Europea è il secondo esportatore verso il Giappone e che, sempre l'Italia, ogni anno in media esporta merci per 25 miliardi di euro verso la Gran Bretagna".

La crescita in Italia

"Per quanto riguarda l'Italia la Commissione Europea prevede che il nostro PIL crescerà nel 2024 dello 0,7%. In autunno – prosegue Ferretti – si parlava di un +0,9%. Quindi sicuramente una crescita modesta ma sostanzialmente in linea con la media dell'Eurozona dunque niente di drammatico. Tuttavia anche in questo caso i nostri conti pubblici vanno monitorati con grande attenzione. Nella Nota di aggiornamento al bilancio (NADEF) abbiamo previsto una traiettoria di rientro dal debito sostanzialmente piatta con un rapporto debito PIL del 140,2% nel 2023 e del 140,1% nel 2024. Il problemino è che questa traiettoria si basava su una previsione di crescita dell'1,2%. Se ha ragione la Commissione che prevede invece un aumento dello 0,7% è molto facile che la traiettoria discendente del debito si interrompa. E poiché a breve dovremo confrontarci con la Commissione Europea proprio sul nostro debito nell'ambito del nuovo Patto di stabilità due fattori diventano essenziali: nessuna concessione alla finanza allegra preelettorale e puntuale messa a terra del Pnrr per sostenere la ripresa e le nostre PMI.

(Foto: Mika Baumeister on Unsplash)