(Teleborsa) - Le previsioni d'autunno della
Commissione Europea evidenziano, sia in Italia che in Europa, il problema di una crescita ancora decisamente modesta. Tuttavia è molto importante per il nostro Paese il recente miglioramento del giudizio di Moody's che ha coinvolto anche le nostre principali banche ed alcune aziende primarie. E' quanto emerge dall'ultima
Ecopillola dell'economista Andrea Ferretti, che analizza gli effetti delle previsioni UE e del giudizio dell'agenzia di rating.
1- La situazione nell'Eurozona Secondo le previsioni della Commissione,
l'Eurozona crescerà quest'anno dell'1,3% e dell'1,2% nel 2026. Più in particolare, la
Germania continuerà a evidenziare una scarsa crescita del PIL quest'anno +0,2%, che dovrebbe però accelerare nel corso del prossimo biennio a un + 1,2%, grazie al programma di investimenti pubblici previsto. Tutt'altro andamento, invece, previsto dalla Commissione per
Spagna e
Portogallo, che dovrebbero confermarsi come le locomotive europee, con un PIL in crescita nel triennio 2025-2027, sempre al di sopra della linea del 2%.
2 - La situazione in ItaliaSecondo la Commissione,
l'Italia crescerà quest'anno di uno 0,4% e dello 0,8% sia nel 2026 che nel 2027, con una
crescita cumulata nel triennio del 2%, la metà esatta della crescita cumulata prevista per l'Eurozona. Non c'è dubbio che si tratti di un dato non eclatante su cui bisognerà riflettere, ma non siamo certo di fronte a un allarme rosso. Infatti, questo
trend di crescita moderata deriva anche da una
scelta di politica economica: utilizzare le scarse risorse a disposizione non tanto per stimolare una crescita di breve periodo subito riassorbibile, ma per consolidare i nostri conti pubblici, così da
generare nel tempo un solido trend di crescita strutturale. E, i risultati di questa impostazione già si vedono. Infatti, la Commissione ha appena approvato il nostro documento programmatico di bilancio, apprezzando in particolare gli sforzi effettuati per la riduzione del nostro deficit. Aspetto non trascurabile perché ci consentirà di uscire dalla procedura di infrazione entro giugno con notevoli benefici anche in termini di maggior fiducia nell'Italia.
3 - Il giudizio di Moody'sIn questo scenario, appare di particolare importanza il
recente upgrade di Moody's, che dopo ben 23 anni ha migliorato il rating dell'Italia portandolo a
Baa2. Alla base del giudizio, appunto, la riduzione del nostro
deficit, ma anche la maggior
resilienza dell'economia italiana a possibili shock esterni. Ora, l'importanza di questo upgrade non deve essere sottovalutata per almeno due
motivi. Il primo motivo riguarda la capacità del giudizio di Moody's di
amplificare gli effetti positivi già connessi al miglioramento dei nostri conti pubblici. Il secondo motivo riguarda invece la
capacità di contagio di questo giudizio. Infatti, Moody's, a cascata, ha migliorato anche il
rating delle nostre principali
banche -
Unicredit,
Intesa,
Banco BPM - con ripercussioni positive sia in termini di minor costo della raccolta, sia in termini di maggior supporto alle nostre imprese. Non solo, sempre a cascata, Moody's ha migliorato anche il rating di alcune
primarie aziende nazionali come
Terna ed
Acea e questo è un fattore che può avere il suo peso nell'ambito delle acquisizioni delle grandi commesse internazionali come ad esempio quella appena acquisita da Acea per la gestione degli impianti di depurazione delle acque reflue in Arabia.