(Teleborsa) - Nei corridoi del Mercato del Trullo, borgata romana tra la Portuense e la Magliana, i box inattivi si aprono di nuovo: non per vendere merce, ma per generare futuro. È questo il cuore de "Il Mercato dell’Arte", il progetto che porta una nuova forma di economia culturale dentro una delle infrastrutture più simboliche dei quartieri popolari romani. Una rigenerazione inedita che rimette in circolo risorse già esistenti e trasforma un luogo di prossimità in un presidio sociale.

Promosso da A.S.A.P.Q., con la direzione artistica di Alessandra Muschella, in partnership con Roma Borgata Festival e HF4, e sostenuto da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura nell’ambito dell’Avviso Pubblico "Roma Creativa 365. Cultura tutto l’anno", il progetto rappresenta il primo tassello di un programma biennale dedicato alla riattivazione dei mercati rionali delle borgate. Un patrimonio immobiliare spesso sottoutilizzato, che oggi diventa laboratorio di sperimentazione sociale e culturale a costi contenuti e con un alto indice di impatto sul territorio.

Fino al 29 novembre, i box vuoti del mercato di via del Trullo 297 si trasformano in studi artistici temporanei. Sette voci della scena romana – Linda Pennacchia, Alessandro Fornaci, Solo e Diamond, Er Pinto, Daniele Tozzi e Kenji De Angelis – vivono gli spazi come officine aperte, in dialogo costante con residenti, commercianti, ragazzi del quartiere. Qui l’arte non arriva dall’esterno: nasce nel mercato, cresce tra le sue storie, raccoglie oggetti, memorie, tracce quotidiane. E restituisce tutto attraverso opere che rimarranno patrimonio condiviso del quartiere.

Nel box fotografico di Pennacchia e Fornaci prende forma un archivio spontaneo del Trullo, costruito con ciò che gli abitanti portano: piccoli oggetti, fotografie, racconti. Solo e Diamond, con materiali sostenibili e bombolette ad acqua, lavorano a un immaginario urbano condiviso. Er Pinto fa della poesia un gesto collettivo: scrive e riscrive insieme al pubblico, trasformando il linguaggio in una mappa emotiva della borgata. Archigrafia (Tozzi e De Angelis) costruisce un’installazione che cresce nel tempo, stratificandosi con gli interventi di chi entra.

Dietro questa dinamica creativa c’è un modello economico semplice ma strategico: intervenire senza grandi investimenti strutturali, attivando luoghi già esistenti e dotandoli di nuova funzione. Una logica di massimizzazione del valore d’uso degli spazi pubblici che Roma Capitale sta riconoscendo come leva per una nuova politica culturale di prossimità. Il progetto al Trullo diventa così un caso pilota replicabile, capace di generare benefici quantificabili in termini di: aumento della fruizione degli spazi pubblici; incremento della percezione di sicurezza e vivibilità; rafforzamento della rete sociale e commerciale del mercato; crescita dell’attrattività del quartiere; riattivazione di flussi e microeconomie locali.

La visione è ampia: costruire nei prossimi due anni una rete di mercati "attivi", dove cultura, servizi e comunità interagiscono generando valore economico e sociale. Non solo mostre, ma processi: non un evento temporaneo, ma l’avvio di un metodo di intervento che può essere esteso ad altre aree della città.

La restituzione finale del progetto è prevista venerdì 29 novembre dalle 18.00 alle 20.00 al Mercato del Trullo, un momento di sintesi ma anche una misurazione pubblica dell’impatto che l’arte può produrre quando entra nell’economia reale dei quartieri.

(Foto: Foto di Emidio Vallorani )