(Teleborsa) - L'AGCom torna a tutelare le famiglie con una nuova misura che attua un giro di vite sulle pratiche di telemarketing selvaggio. Dopo aver aver vietato la pratica diffusa di "mascherare" le chiamate dall'estero con finti numeri mobili, ora l'Authority chiede una maggiore trasparenza ed avvia la sperimentazione dei cosiddetti "numeri brevi", cioè un numero a tre cifre che sarà assegnato ai richiedenti ed identificherà chiaramente il chiamante da un call center "legale", arginando le chiamate o messaggi invasivi e le truffe telefoniche. La scelta presenta anche un altro indubbio vantaggio: il numero breve non può essere replicato dall’estero.

"Tale intervento si rende necessario in un contesto di mercato caratterizzato da modalità aggressive di contatto della clientela per teleselling e telemarketing, collegate a tentativi di frode. - spiega l'AGCOM - Tali condotte, sono molto spesso collegate alla pratica del CLI spoofing finalizzata a rendere non rintracciabile l’autore della frode, oltre a eludere le norme nazionali sulla privacy e sul Registro delle opposizioni".

Pertanto, lo scorso 17 dicembre, l'Autorità ha avviato la sperimentazione, che avrà una durata di 45 giorni. In caso di successo, questa modalità diventerà operativa per tutti. La numerazione breve a tre cifre oggi utilizzata dai servizi clienti di molte società che erogano servizi ha l'indubbio vantaggio di essere facilmente riconoscibile dai clienti e, se necessario, associabile a chiamate di teleselling o telemarketing provenienti da un operatore certo e conosciuto.

"Consentire la possibilità che i numeri brevi siano utilizzabili per chiamate di teleselling - sottolinea l'Authority - contribuisce a creare una maggiore affidabilità e fiducia negli utenti riguardo all’impresa 'chiamante' (o mittente nel caso di messaggistica), in quanto consente alle aziende di essere più facilmente identificate dai propri clienti, riducendo, quindi, i rischi di confusione dell’identità del chiamante, ingenerati dai fenomeni fraudolenti o aggressivi".


Anche perché i numeri brevi non sono replicabili dall'estero. La sperimentazione è partita il 17 dicembre e durerà 45 giorni per poi divenire operativa. L'iniziativa dell'Agcom segue quella messa in atto a novembre per filtrare le chiamate commerciali provenienti dai finti numeri mobili italiani, che è riuscita a bloccare già nella prima fase 7,5 milioni di telefonate al giorno e che seguiva quella introdotta lo scorso 19 agosto, quando l'Agcom aveva reso operativo un primo blocco antispoofing relativo alle finte numerazioni fisse italiane. Soddisfatti ma cauti i consumatori. "Possibile passo avanti, anche se sono molte le insidie" afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.

"E' certamente un miglioramento rispetto alla giungla di numeri attualmente usati. Resta da capire se sia un progresso anche rispetto all'utilizzo del prefisso unico uguale per tutti, lo 0844, purtroppo non reso obbligatorio dalla Legge n. 5/2018 e, quindi, mai applicato" prosegue Dona. "Numerosi i paletti che andrebbero messi. Ad esempio, che il numero a 3 cifre usato da una compagnia dovrebbe essere sempre lo stesso e dedicato esclusivamente al telemarketing e al teleselling, onde evitare che il consumatore possa interpretare la chiamata anche come un servizio di assistenza. Analizzeremo comunque nel dettaglio la proposta dell'Authority e faremo le nostre opportune valutazioni, sperando che la tempistica per l'entrata in vigore delle nuove regole sia breve" conclude Dona.

"Si tratta di una misura attesa da tempo e più volte invocata dal Codacons, che può facilitare la vita ai cittadini", spiega l'associazione. Il Codacons sottolinea tuttavia come il fenomeno del telemarketing aggressivo sia ancora lontano dall'essere risolto: dopo il blocco anti-spoofing scattato lo scorso 19 novembre le telefonate commerciali non sono cessate ma si sono spostate da finti numeri italiani a numeri esteri. Nelle ultime settimane si registra infatti un abnorme incremento delle chiamate ricevute dai cittadini provenienti da numeri con prefisso estero, utilizzati per attività di call center - conclude l'associazione.