(Teleborsa) - Bip Mobile è stato il più clamoroso flop del mondo della telefonia, non solo dal punto di vista societario, ma anche sotto il profilo della tutela e dell'attenzione nei confronti dei consumatori.
Dopo proclami di successo ed una campagna pubblicitaria in grande stile, il nuovo operatore mobile low cost è fallito, non riuscendo neanche ad avvicinare i target prefissati, con ben 8 milioni di buco e 10 milioni di debiti con Publitalia che ha curato il lancio pubblicitario. E' bastato appena un anno per decretare la fine di una storia societaria senza successo, l'ennesima bufala per i consumatori, giacché i suoi utenti si sono ritrovati di punto in bianco, a Capodanno, tagliati fuori dalla rete e senza la possibilità di usufruire dei servizi di telefonia.
Il motivo? Una catena contorta fondata su ben tre distinti soggetti: Bip Mobile in qualità di gestore, Telogic incaricata di erogare il servizio ed H3G che metteva a disposizione la rete, a costi non certo competitivi. Quest'ultima, difatti, è stata anche accusata di aver speculato sulla situazione, imponendo prezzi all'ingrosso troppo elevati.
Chi ci ha rimesso? Come sempre gli utenti, che dal 30 dicembre si sono ritrovati tagliati fuori dalla rete, senza la possibilità di far telefonate, eccetto quelle d'emergenza. La stessa Bip Mobile ha dato colpa a Telogic, che ha semplicemente cessato il servizio, senza alcun preavviso, neanche tramite sms.
Cosa accadrà ora? L'unica chance è la migrazione con portabilità. Gli utenti Bip Mobile, secondo quanto deciso dall'Agcom avranno la possibilità nei prossimi 15 giorni di passare ad altro operatore, mantenendo il proprio numero telefonico. Un'operazione non da poco, che farà surriscaldare i call center, dato che gli utenti sono 220mila e che, facendo due conti, si parla di ben 15mila migrazioni al giorno.
Poi, c'è anche il problema del credito residuo, che molti utenti dicono di non aver ritrovato sulla nuova sim. In effetti, un accordo siglato nel 2009 fra tutti gli operatori di telefonia mobile stabilisce che gli operatori mobili che acquisiscono clienti non sono tenuti a riconoscere il credito se la società di provenienza è in stato di insolvenza o in liquidazione.