(Teleborsa) - Se tutte le maggiori Banche Centrali stanno tenendo il costo del denaro ai minimi storici, perché la Turchia deve avere un costo del denaro superiore al 10%?
E' quello che si è domandato il Premier turco Recep Tayyipp Erdogan. Fresco della larga vittoria del suo partito AK alle amministrative, Erdogan ha pubblicamente chiesto all'Istituto Centrale del suo Paese di tagliare i tassi di interesse per "richiamare più investitori in Turchia".
Le parole del Premier hanno immediatamente messo sotto pressione la lira, che si stava faticosamente riprendendo dalla pesante svalutazione avvenuta a fine 2013 per l'acuirsi della crisi dei Paesi Emergenti in scia ai timori per il rallentamento dell'economia cinese e l'avvio del "tapering".
Le prospettive di stabilità politica e la recente mossa disperata della Banca Centrale turca per salvaguardare la valuta nazionale stavano dunque risollevando la lira, ma i toni aggressivi di Erdogan rischiano di vanificare tutto.
Sulla carta la Banca Centrale turca è indipendente, ma molti questionano sulla sua reale libertà d'azione, vista la vasta influenza esercitata da Erdogan su tutti gli aspetti della politica nazionale.
Turchia, Erdogan chiede un taglio dei tassi. Lira di nuovo sotto pressione
04 aprile 2014 - 11.04