(Teleborsa) - Prende forma la rivoluzione dei recapiti postali, delineata dall'Ad di Poste Italiane Francesco Caio, in vista dell'attesissima IPO dell'azienda controllata dallo Stato ed in via di privatizzazione. La riforma dei recapiti, infatti, è propedeutica allo sbarco in Borsa, giacché è proprio il settore dei recapiti e dei servizi postali che ha maggiormente pesato sul bilancio dello scorso anno.

L'iter di quotazione, delineato da Caio assieme ai vertici del Tesoro, prevede innanzi tutto una completa riforma dei recapiti, prevedendo, da un lato, un nuovo sistema di consegna a giorni alterni, dall'altro, un aumento delle tariffe. Attualmente, la riforma è all'esame dell'Agcom, che ne sta esaminando i dettagli ed ha lanciato una consultazione che durerà 30 giorni.

La consegna a giorni alterni riguarderà circa 5mila comuni su un totale di oltre 8 mila (il 65,8% del totale) e viene calcolata su base bisettimanale tipo lunedì-mercoledì-venerdì-martedì-giovedì. Lo stesso varrebbe per lo svuotamento delle cassette di impostazione, previsto negli stessi giorni di consegna. Il nuovo sistema verrebbe applicato in tre fasi per raggiungere nel 2017 un quarto della popolazione italiana, fatto salvo l'emergere di eventuali "criticità", con un risparmio di costi previsto fra il 30% ed il 50%.

Aumentate anche le tariffe postali, in linea con gli aumenti previsti per la posta prioritaria, con un tetto massimo previsto di 0,80 euro sino al 31 dicembre 2015 e aumento a 0,95 euro dal 1° gennaio 2016.

Il nuovo core business? I punti fermi su cui si concentrerà l'attività di Poste saranno i servizi telematici, i servizi finanziari inclusi i prodotti per il risparmio, gli sportelli e le spedizioni, oltre al settore dell'e-commerce.