(Teleborsa) - In dirittura d'arrivo anche Delega sulla Pubblica Amministrazione, che si propone di riformare il settore pubblico, sia a livello locale che centrale. La delega, nota anche come Ddl Madia, ha ottenuto il via libera definitivo al Senato con 144 sì e 1 astenuto. Non c'è stato alcun no perché le opposizioni sono uscite dall'aula e non hanno votato.

La norma per il riordino della PA aveva ottenuto ieri il sì alle votazioni sugli emendamenti, anche se c'è stato qualche momento di tensione sulla votazione per un emendamento per il riordino dei servizi pubblici locali, su cui il governo aveva espresso parere sfavorevole. Questo emendamento è stato bocciato, infatti, con una maggioranza risicata di 110 contrari contro 109 favorevoli.

Stamattina l'esame degli ultimi articoli, su cui non c'erano modifiche, ed il voto finale. Ora la delega passerà alla Camera per la seconda lettura, al termine di un iter che è già durato 8 mesi.

Fra le misure proposte c'è disciplina dei dirigenti pubblici, in merito alla licenziabilità ed al ruolo unico, che prevede analoghi requisiti di accesso, reclutamento, formazione e mobilità. Dopo un certo periodo di mobilità senza incarico, il dirigente decadrà dal ruolo unico. I contratti sono di durata 4 anni, rinnovabili una sola volta per altri 2 anni.m

Altro punto chiave in materia di pubblico impiego riguarda l'azione disciplinare nei confronti dei dipendenti pubblici e la costituzione di un polo unico della medicina fiscale in capo all'INPS.

Con la Delega PA arriva la figura del super Premier, giacché la delega riguarda la specifica delle competenze e funzioni del Presidente del Consiglio in tema di vigilanza sulle agenzie governative.

Altro passaggio determinante è il riordino delle partecipate pubbliche, che è stato affidato al governo, che dovrà valutarle in termini di efficienza ed economicità. Non sono eslcusi commissariamenti o razionalizzazioni e la delega potrà valere anche sulla disciplina di numerosi aqspetti come: reclutamenti e assunzioni, politiche retributive, licenziamenti ecc. Previsto anche il riordino o la soppressione degli Enti in deficit, ma anche una serie di altri alleggerimenti dell'apparato come il taglio delle Prefetture e la riduzione delle Camere di Commercio.