(Teleborsa) - La Grecia è sotto pressione in vista del referendum di domenica, che deciderà se la maggioranza del popolo greco sarà disposta a sopportare ulteriori misure di austerità, oppure uscire dall'orbita dell’euro, con tutte le conseguenze del caso.

La Grecia però non è l’unica interessata alle sue stesse sorti. C’è tutta l’Europa sulla graticola di Atene e forse anche una parte del resto del mondo, per l’esposizione finanziaria assunta.

Ma oggi chi è esposto oggi al rischio greco?

Il peso dei creditori pubblici nella struttura del debito di Atene è scontato, ma c’è anche una buona fetta di investimenti privati che sarebbe coinvolta in un ipotetico, per ora, default.

Dopo mesi di tira e molla i mercati sembrano avere paura della piega che potrebbe prendere la situazione greca. I dati della Banca di Grecia e della BCE, che fotografano la situazione allo scorso mese di marzo, mostrano un deflusso di fondi dalle banche greche per oltre 20 miliardi di euro dall'inizio dell’anno.

Una cosa da sottolineare è che dall'inizio della crisi, la struttura del debito di Atene è però molto cambiata, con l’80% delle passività finanziarie del governo greco costituite oggi da prestiti, contro il 20% del 2008.

Il peso dei creditori pubblici raffrontato a quello dei creditori privati è quindi fortemente aumentato. Alla fine del 2013, il debito dovuto a creditori pubblici ammontava a 216 miliardi in forma di prestiti erogati dal FMI e dai partner europei. Di questi 216 miliardi, il 94% sarebbero di competenza di creditori non greci. Altri 38 miliardi di titoli sarebbero detenuti dalla BCE e dalle banche centrali nazionali, che ammonterebbero all'89% di quelli detenuti da creditori non greci.

Ma il governo greco non è il solo debitore verso gli investitori stranieri. Dall'inizio dei guai greci, nel 2010, le banche degli Stati dell’euro zona hanno drasticamente ridotto la loro esposizione sul paese ellenico, passando dai 128 miliardi di euro del 2008 a un minimo di 12 miliardi di euro nel settembre 2013. Le banche britanniche sono scese dai 13 miliardi di euro del 2008 ai 4,3 di fine 2012. Analoga la posizione delle banche USA che a settembre 2009 detenevano 14 miliardi di titoli greci, passati a 2,5 alla fine del 2012.

Tuttavia, sia le banche britanniche che quelle americane hanno nuovamente aumentato la loro esposizione, cosa che non hanno fatto le banche dell’area euro, che anno continuato ad ridurre la loro esposizione. In quest’ambito è interessante però sottolineare che l’unico paese dell’euro zona le cui banche hanno aumentato la loro esposizione nei confronti della Grecia è la Germania. L’esposizione delle banche tedesche, dopo aver raggiunto un picco di 32 miliardi nel marzo 2010 e un minimo di 3,9 miliardi a fine 2012, è risalita a 10 miliardi nel settembre 2014.

Gli ultimi dati disponibili, cioè quelli alla fine del 2014, le banche austriache sono esposte sulla Grecia per circa 96,6 milioni, quelle del Belgio per 29,4 milioni, le francesi per 1,4 miliardi, le tedesche per circa 10 miliardi e le irlandesi per 55,9 milioni.

Le banche italiane sarebbero invece esposte per circa 800 milioni, le olandesi per poco meno di 1 miliardo di euro, quelle portoghesi per 260 milioni e le spagnole per poco più di 300.