(Teleborsa) - Doccia fredda dalla Gran Bretagna, che sembra compiere il primo passo per l'uscita dall'Unione Europea, proponendo una revisione dei trattati che ponga barriere alla libera circolazione dentro l'UE.
Uno sviluppo prevedibile, dato che il governo britannico manifesta da tempo il disagio di restare in Europa, anche alla luce dell'ondata di immigrati che sta popolando Londra. E verso la fine del 2014 la questione aveva già messo Londra contro Berlino.
Il Ministro dell'Interno Britannico, Theresa May, in occasione di un incontro a Parigi sulla sicurezza è così tornata a proporre di rivedere i Trattati, con l'obiettivo di limitare la libera circolazione delle persone e autorizzare la permanenza in Regno Unito solo di chi ha già un lavoro.
Stando alle stime del governo, i disoccupati stranieri dell'Unione hanno conosciuto una escalation negli ultimi anni, tanto dall'esser raddoppiati rispetto al 2010, cosicché il livello di immigrazione è divenuto "insostenibile" e - secondo la May - pesa eccessivamente sulle casse pubbliche (trasporti, sicurezza, abitazione, sanità ecc).
Il Ministro britannico, poi, ha fatto qualche precisazione, affermando che limitare gli accessi al solo lavoro non vuol dire limitare la libertà di circolazione nell'UE, ma porre un freno al solo sfruttamento di comodo di questa libertà.