(Teleborsa) - Stati Uniti e Cuba si danno appuntamento per stringersi la mano, dopo quasi un secolo di astio, 88 anni per essere precisi.
E' partita ieri la visita storica di tre giorni del presidente americano, Barack Obama, nell'isola caraibica per far rimarginare definitivamente le vecchie ferite della guerra fredda grazie anche all'intervento del Vaticano.

All'Avana sventolano bandiere con la scritta "Bienvenido a Cuba", anche se all'aeroporto internazionale Obama, accompagnato dalla First Lady Michelle, dalle due figlie e dalla suocera, è stato accolto "solo" dal ministro degli esteri cubano, massima autorità presente, Bruno Eduardo Rodríguez Parrilla e non dal presidente cubano Raul Casto, che invece incontrerà oggi. Nessun faccia a faccia è previsto invece con Fidel.

"E' meraviglioso essere a Cuba", ha detto Obama, specificando che si tratta di "una opportunità storica di impegnarsi con il popolo cubano".

Il giorno della partenza, invece, l'inquilino della Casa Bianca terrà un discorso ai cubani, che verrà trasmesso anche in tv, durante il quale affronterà temi molto importanti come quello dei diritti umani.