(Teleborsa) - Il Presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem va a popolare la schiera degli scettici sulla politica monetaria ultra espansiva della BCE, assieme ai falchi tedeschi, che si sono dichiarati contrari sin da principio.

Secondo il numero uno dell'Eurogruppo, la politica della BCE ha raggiunto i suoi limiti ed i Paesi dell'Eurozona dovrebbero pensare ad un'exit strategy, per evitare gli effetti collaterali negativi di misure troppo accomodanti troppo a lungo.

"La politica monetaria espansiva sostiene l'economia nel breve periodo", ha detto Dijsselbloem sottolineando che gli effetti delle misure espansive sono di breve durata e che "non possono alimentare una ripresa sostenibile" nel lungo periodo se non si affrontano anche i problemi strutturali. In realtà, il tema delle riforme era già stato citato da Mario Draghi quale fattore chiave a sostegno della politica della BCE.

"Se si creano bolle, se si manifestano, i venti di coda monetari possono trasformarsi in una tempesta di vent", ha detto il ministro delle finanze olandese in un intervento a Washington.