(Teleborsa) - Vasta operazione della Guardia di Finanza a Roma su disposizione della Procura della Repubblica. Nel mirino delle Fiamme Gialle politici, dirigenti pubblici e imprenditori. L'operazione si inquadra nell'inchiesta denominata "Labirinto" nella quale si contesta un vorticoso e continuo giro di mazzette allo scopo di ottenere appalti pubblici di Enti statali e Ministeri.

Dall'alba arresti e centinaia di perquisizioni. L'inchiesta, avviata e diretta dal Capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone, insieme al Nucleo Centrale Valutario della Guardia di Finanza, riguarderebbe anche altre città d'Italia. Le accuse parlano di corruzione, pagamento di tangenti, riciclaggio, truffa ai danni dello Stato, appropriazione indebita e associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale.

Le indagini sarebbero state avviate a seguito di "notizie" di commesse aggiudicate grazie al pagamento di somme di denaro, spesso ingenti, a esponenti politici e loro famigliari. Tangenti "smistate" dai funzionari pubblici che avrebbero praticamente alterato l'esito delle gare d'appalto indette dagli Enti pubblici e dai dicasteri di appartenenza a favore di imprenditori compiacenti, che avrebbero poi eseguito i lavori con materiali di qualità più bassa di quanto previsto dai capitolati. Si sarebbe così creata un'organizzazione fortemente ramificata.