Ad Andria piove. Insieme a Mattarella, nel palasport trasformato in tempio per le esequie religiose, il Presidente della Camera, Boldrini, Il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Delrio, il Governatore della Puglia, Emiliano e il Capo della Polizia, Gabrielli. Presenti oltre 5.000 persone.
Parole come macigni quelle del Vescovo di Andria, Luigi Mansi, pronunciate durante l'omelia: "Vite dimenticate per interesse": Bandiere a mezz'asta in segno di lutto in tutti gli edifici pubblici d'Italia.
Intanto è giunta la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati, assieme ai due capistazione di Andria e di Corato e al capotreno a bordo di uno dei convogli, ferito nel disastro, dell'intero vertice di Ferrotramviaria, la società che gestisce la linea locale Bari-Barletta teatro dell'incredibile e spaventoso frontale tra i due treni.
E il capostazione di Andria aveva confermato: "Si ho alzato la paletta e ho dato io il via a quel treno che però non doveva partire". Vito Picarreta, un'intera vita in ferrovia, ha raccontato in lacrime nella sua abitazione di Corato. Non si da pace. E' comprensibile. La moglie, anche lei affranta, cerca di confortarlo, per quel che può. Ma non sembra averne la forza.
Il problema della tragedia non è il binario unico. Da sempre i treni hanno viaggiato e viaggiano anche su un solo binario. Il problema sta nelle comunicazioni, nei sistemi di sicurezza. Ora non è più come una volta. I treni marciano più velocemente e soprattutto sono più numerosi. Tanto più numerosi.
Luglio, come agosto, rappresenta un problema per le ferrovie, soprattutto quelle che servono zone turistiche. Come in Puglia. E la Bari-Barletta gestita da Ferrotranviaria che si snoda nell'entroterra è tra queste. Addirittura più della Bari-Barletta di Rfi, che prosegue poi verso il nord lungo la dorsale adriatica, oltretutto assistita da ben altri sistemi di sicurezza.
"In questa storia anche noi siamo delle vittime. Siamo disperati ma un solo errore non può aver causato tutto questo". Ma non è pensabile dare la colpa di quello che è successo soltanto a un errore umano. Non è così", dice la moglie di Picarreta. Anche il il procuratore aggiunto Francesco Giannella dice: "Non ci fermeremo assolutamente alle prime responsabilità. L'errore umano è soltanto il punto di partenza di questa storia. Il problema è il sistema di controllo che ovunque è automatizzato tranne che qui".
I nuovi nomi iscritti nel registro degli indagati sono tre: il Direttore generale di Ferrotramviaria, Massimo Nitti; il Direttore di esercizio, Michele Ronchi, e il Presidente e legale rappresentante di Ferrotramviaria, Gloria Pasquini. I reati ipotizzati sono disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni personali colpose plurime.