E' quanto emerso nel corso del congresso annuale Med@Tel della Società Internazionale di Telemedicina (ISfTeH), in Lussemburgo, che ha visto un importante affluenza di partecipanti, circa 900, provenienti da più di 40 paesi, con rappresentanza particolarmente folta dall’America Latina, Asia e naturalmente Europa.
Nelle quattro aule a disposizione degli intervenuti, si sono alternati circa cinquanta relatori che hanno portato testimonianze dei progetti in corso o recentemente conclusi, con relativi risultati economici e clinici. Alcune aziende europee di spicco nel settore hanno portato testimonianze principalmente legate al trattamento delle patologie che affliggono i pazienti domiciliari, come il diabete, l’ipertensione, le malattie croniche di cuore e polmoni.
Molto interessanti si sono dimostrati gli studi economici nel settore della Telemedicina. La danese MedCom, in associazione col Center for Innovative Medicinal Tchnology ha portato a termine una revisione su alcune centinaia di studi di telemedicina realizzati in paesi europei e negli Stati Uniti. Dallo studio risulta che l’applicazione di questi nuovi modelli a patologie come diabete e asma è in grado di portare a risparmi sui costi sanitari diretti tra il 22 e il 41%.
La brasiliana UNA-SUS/UFMA ha confrontato i costi economici di due gruppi omogenei di pazienti affetti da cardiopatie croniche: il gruppo che ha ricevuto assistenza basata sulla telemedicina ha dimostrato una necessità di risorse pari alla metà di quello che ha continuato a ricevere assistenza tradizionale; in particolare c’è stata una riduzione dei costi legati ai ricoveri ospedalieri, che notoriamente costituiscono la maggior causa di spesa.
Il congresso si concluderà oggi 7 aprile, dando appuntamento a medici, informatici ed economisti del settore al convegno invernale che si terrà a Casablanca, il prossimo dicembre.