E tutto ciò, guarda caso, a ridosso dell'impegno preso dal sindaco Raggi con voto unanime, "bipartizan", dell'assemblea capitolina "a porre in essere tutte le iniziative necessarie e ad adottare ogni atto idoneo finalizzato alla sospensione delle demolizioni, relativamente alle elettromotrici della Roma-Viterbo e della Roma-Lido". E che dire dell'interrogazione del 2014 di Enrico Stefàno? Anch'egli come il "primo cittadino" Virginia Raggi esponente M5S, attuale presidente della commissione capitolina trasporti, ma all'epoca all'opposizione, chiedeva all'allora Sindaco Marino "se non sia economicamente più vantaggioso, e rispondente alle esigenze di trasporto pubblico della collettività, riutilizzare o destinare ad un polo museale i treni da demolire".
Un indirizzo politico disatteso ancora una volta da ATAC, peraltro "controllata" direttamente dal comune, che sembra voler perseverare nella distruzione di quel patrimonio storico-culturale (a differenza di quanto sta facendo la Fondazione FS col rinnovato Museo ferroviario di Pietrarsa (NA) e con altre iniziative) raggiunto in un secolo di invidiata attività che l'aveva di diritto collocata per lungo tempo al primo posto della classifica delle migliori aziende TPL (Trasporto Pubblico Locale) d'Europa. Sistematico annullamento della propria storia peraltro cominciato con assenza di lungimiranza e cultura dall'inizio degli anni '60 con la rapida totale demolizione del colossale parco filotramviario che aveva caratterizzato Roma per decenni non salvando direttamente dalla fiamma ossidrica neppure un pezzo.
Assieme alle prime elettromotrici della metro romana si rischia di perdere altri dei mezzi superstiti che sono stati protagonisti della storia del trasporto pubblico in Italia, perdendo anche l'ennesima occasione per dare impulso al turismo del Lazio, e non solo. Ma "responsabilità" sono anche della Regione guidata dal Presidente Nicola Zingaretti, che proprio in queste ore ha annunciato la propria candidatura alle prossime regionali del 2018, in quanto proprietaria dei mezzi.
Oltre alle vetture della Metro, sono così "a rischio" anche quella della Roma Nord (linea Civitacastellana-Viterbo) costruite nel 1932, protette dal Codice dei Beni Culturali. Infatti, ATAC sembrerebbe intenzionata a sospendere l’esercizio della tratta Viterbo-Catalano, nelle giornate dei prossimi 24 e 25 aprile, per procedere alla loro "smobilitazione", col pretesto dell’inquinamento ambientale.
E un'inchiesta del quotidiano "Il Messaggero" getterebbe luce inquietante su chi sarebbe incaricato delle demolizioni per conto di ATAC. Sembrerebbe trattarsi, infatti, di una "ditta" già finita al centro di un'indagine giudiziaria per una vicenda di bus appunto destinati alla rottamazione. Chissà...in ogni caso ATAC, per dire della sua struttura dirigenziale, sembrerebbe proprio aver fatto il suo tempo.