(Teleborsa) - Anche la strada che porta ai Fondi Atlante si rivela un vicolo cieco per le banche venete, che restano appese ad un filo, in attesa che il Governo prenda una decisione in tempi brevi sul salvataggio. Una fonte ha parlato di tempi "strettissimi".

La situazione di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza resta dunque gravissima dopo lo smacco di Bruxelles sul piano di rafforzamento patrimoniale e aggregazione.

Quaestio Sgr, che gestisce i due fondi Atlante e Atlante II ha annunciato che non parteciperà agli aumenti di capitale e non inietterà nuove risorse nei due istituti in difficoltà. In una lettera inviata ai vertici delle due banche, Quaestio afferma che "non ci sono le condizioni per qualsiasi ulteriore investimento".

La riposta era attesa con ansia dai vertici dei due Istituti del Nord est, che oggi avevano anche convocato i rispettivi CdA, quello della Pop Vicenza iniziato in tarda mattinata e concluso alle 14 e quello di Veneto Banca a seguire.

Uscendo dalla sede della BPVi, Alessandro De Nicola, rappresentante per il Fondo Atlante non aveva voluto rispondere alle domande riguardo un possibile intervento nelle ricapitalizzazioni. Si era limitato a dire "aspettiamo il comunicato di Quaestio".