(Teleborsa) - Pastorizzare gli alimenti in modo sicuro salvaguardando l'ambiente? Presto sarà possibile. ENEA ha realizzato un prototipo a basso impatto ambientale per la pastorizzazione degli alimenti negli impianti di piccola taglia, in grado di ridurre i consumi energetici del 70% nella fase di riscaldamento del processo e del 42% sull’intero ciclo, rispetto ai sistemi convenzionali.

Si tratta del sistema PA.CO2 (PAsteurization with CO2) che impiega la CO2 (anidride carbonica) come refrigerante e sfrutta l’energia dell’aria o dall’acqua, grazie ad una pompa di calore reversibile, in grado cioè sia di scaldare che di raffreddare il fluido trattato.

Il processo di pastorizzazione, il principale trattamento termico che serve a distruggere gli organismi patogeni presenti in alimenti come latte, birra, vino, succhi di frutta, uova e conserve, è costituito da tre fasi: riscaldamento - che richiede di mantenere l’alimento per 15-30 minuti a temperature fino a 85 °C - il raffreddamento e la conservazione della miscela alimentare.

"I pastorizzatori di piccola e media taglia effettuano le fasi di raffreddamento e conservazione post-pastorizzazione con un ciclo frigorifero standard mentre la fase di riscaldamento, ossia la pastorizzazione vera e propria, viene svolta con apposite resistenze elettriche, che incidono fortemente sui consumi energetici complessivi", sottolinea Raniero Trinchieri del Laboratorio Sviluppo Processi Chimici e Termofluidodinamici per l’Energia dell’ENEA. "In questo contesto le pompe di calore reversibili possono essere impiegate nella pastorizzazione, con benefici sia in termini di efficienza e risparmio energetico, sia di compatibilità ambientale in quanto il principio di funzionamento è in grado di garantire nel riscaldamento un effetto utile superiore alla potenza elettrica assorbita", conclude Trinchieri.

"Il valore aggiunto dell’innovazione sta nel fatto che una parte dell’energia trasferita proviene da fonte rinnovabile, essendo estratta dalla sorgente termica, aria o acqua. L’impiego poi di un refrigerante a basso impatto ambientale come la CO2 non è soggetto alle restrizioni imposte dalla recente normative sulla commercializzazione degli equivalenti sintetici", commenta invece Luca Saraceno, ricercatore dello stesso laboratorio ENEA.

Nei prossimi mesi i ricercatori eseguiranno nuovi test nell’ambito di una nuova fase sperimentale i cui risultati sono attesi per il 2019.