(Teleborsa) - La Brexit torna alla casella di partenza o quasi, come tanti avevano pronosticato confermando dunque i timori della vigilia. L'accordo sul divorzio dall'Ue siglato da Theresa May lo scorso novembre con Bruxelles è stato bocciato dalla Camera dei Comuni britannica con 432 no contro 202 sì.

E' caduto nel vuoto l'ultimo, accorato appello della signora di Downing Street all'aula, dopo i moniti degli ultimi giorni contro lo spauracchio di una separazione caotica dai 27 o quello di un "tradimento" del volere popolare espresso nel referendum del 2016.

Corbyn presenta mozione di sfiducia contro May
- La ratifica è stata negata con uno scarto pesante per il Governo Tory di 239 voti. Sono stati 118 i conservatori che hanno votato contro il premier. Mercoledì si vota la mozione di sfiducia presentata da Jeremy Corbyn che ha parlato di "sconfitta devastante".

CHE SUCCEDE ORA? - Sul tavolo tornano diverse ipotesi: rinvio oltre la scadenza del 29 marzo, ombre di crisi di Governo e d'elezioni anticipate, timori di un divorzio no deal, sogni di rivincita referendaria.