(Teleborsa) - I primi 5 mesi del 2019 registrano un sensibile raffreddamento della domanda, dopo un ciclo positivo durato 4 anni. Lo rilevano gli studi di settore relativi alle industries di riferimento di Biesse . In particolare, su questo ampio campione di mercati ed imprese, il delta negativo registrato nei nuovi ordinativi 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018, si palesa intorno al meno 15% , toccando una punta del meno 19% nello scorso Marzo dal principale competitor di Biesse del settore Legno.
Nonostante l'ottima performance alla scorsa fiera LIGNA, avvenuta ad Hannover nei giorni dal 27 al 31 Maggio, evento nel quale sono stati siglati oltre 40 milioni di euro di ordini, a conferma della eccellenza dell'offerta e della organizzazione commerciale Biesse, il Gruppo non si sottrae a questa dinamica di rallentamento, ed il Consiglio di Amministrazione intende prudentemente rettificare le previsioni per il 2019, rivedendo al ribasso le aspettative su ricavi e marginalità consolidata.

Premesso che, secondo la Compagnia, la volatilità della domanda risulta di tale incidenza da rendere estremamente aleatoria la stima, i ricavi consolidati sono previsti prudentemente in una forchetta 680-690 milioni di euro e l'EBITDA in una range che oscilla tra i 62 e 65 milioni di euro. Il Gruppo prevede, nonostante questo periodo contrario, comunque una Posizione Finanziaria Netta positiva per la fine del corrente esercizio.

Per quel che riguarda i livelli di marginalità proiettati per il 2019, si legge nel comunicato della società che "è bene ribadire che la volontà del Gruppo è di proteggere gli investimenti su organizzazione, prodotti e mercati in cui opera, certi che questo sia il giusto percorso per continuare ad affermare la leadership nel mondo.
Il consensus sull'andamento dell'economia mondiale per i prossimi 12-18 mesi resta incerto a causa della diffusa instabilità politica ed economica che pervade i mercati; ne consegue una oggettiva maggior complessità di lettura della domanda per il triennio del piano 2019-2021. Allo stato, ci limitiamo dunque ad ipotizzare uno slittamento al 2022 del raggiungimento dei target originariamente fissati per l’esercizio 2021".