(Teleborsa) - Il 2020 sarà l'anno del rilancio dei PIR - Piani Individuali di Risparmio - una misura importantissima per il rilancio dell'economia reale, grazie all'approvazione del Dl Fiscale, che ha rimosso i vincoli introdotti un anno fa che ne avevano limitato la crescita.

La nuova modifica regolamentare prevede la sostituzione dei due vincoli - di almeno il 3,5% degli investimenti da destinare a società quotate sull'AIM e dell’altro 3,5% al venture capital - con un unico obbligo di riserva del 5% del 70% del valore complessivo (equivalente al 3,5% dell’intero patrimonio in gestione del PIR) da destinare a investimenti in imprese di piccola capitalizzazione, diverse da quelle inserite nell’indice Ftse Mib e Ftse MidCap o in indici equivalenti di altri mercati regolamentati. Vincolo, questo, del tutto compatibile con l’operatività dei fondi aperti.

Fabio Galli, direttore generale di Assogestioni, ha espresso grande soddisfazione per il raggiungimento di questo risultato, ottenuto con "la ricerca di sinergie e la collaborazione tra le forze politiche di maggioranza e opposizione", che rappresenta "un bell'esempio concreto dei risultati che, lavorando su un piano pragmatico, si possono ottenere a beneficio dei risparmiatori e delle imprese".

PIR COME SOSTEGNO AI MERCATI

L'arrivo dei "PIR 3.0" permette la ripartenza di una soluzione di investimento che ha funzionato egregiamente ed è stata accolta con convinzione da operatori e risparmiatori sin dal lancio nel 2017. I PIR possono infatti contare su una base di partenza di tutto rispetto, grazie a un patrimonio netto di 18,5 miliardi di euro ripartito tra 69 fondi.

Questo Strumento ha anche svolto un ruolo centrale nel vivacizzare l’operatività dei mercati finanziari italiani, azionari in particolare, in quanto i PIR vantano risorse per 760 milioni e rappresentano il 10% del flottante del segmento AIM, il mercato dedicato alle PMI ad alto potenziale di crescita, e l’8% del segmento Small Cap. Il loro avvento ha poi contribuito anche all’incremento del numero di quotazioni nel segmento Aim (dal 2017, infatti, si sono contate circa 70 IPO per un controvalore di raccolta in equity pari a 2,5 miliardi di euro).

PER LE SGR NECESSARIO UN ADEGUAMENTO

Gli OICR Pir-compliant, costituiti entro il 31 dicembre 2018, dovranno adeguare il proprio regolamento se vorranno ricevere nuove sottoscrizioni dal 1 gennaio 2020. In termini di portafoglio la metà dei Pir esistenti risulta già conforme al nuovo vincolo, con una quota media destinata alle imprese dell’Aim e dello Small Cap pari al 7,5%. I fondi Pir attualmente non del tutto conformi evidenziano un gap stimato in circa 180 milioni di euro, cifra comunque inferiore al 2% delle masse in gestione.

Cosa sono i PIR? I Piani Individuali di Risparmio (PIR) sono una forma di risparmio incentivato a livello fiscale e, nello stesso tempo, un veicolo (fondi comuni, polizze Vita, gestioni patrimoniali) per canalizzare flussi finanziari verso le piccole imprese italiane e per sostenere lo sviluppo economico del Paese.