(Teleborsa) - I ciclofattorini delle consegne a domicilio non sono lavoratori autonomi ma dipendenti e, come tali, hanno diritto alle tutele del lavoro subordinato "come previsto dal Jobs Act, nella forma 'ibrida' delle collaborazioni organizzate dal committente".
A dirlo è la Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso di Foodinho, nel contenzioso ereditato dal gruppo che ha rilevato Foodora, ora in liquidazione: la causa era stata avviata da un gruppo di lavoratori contro l'ex colosso del food delivery.
Nella sentenza la Suprema corte ha specificato che ai ciclofattorini deve essere applicata la disciplina del lavoro subordinato che, ricorda la Cassazione riguarda tutti i lavori in cui "la prestazione del collaboratore abbia carattere esclusivamente personale e sia svolta in maniera continuativa nel tempo e le modalità di esecuzione della prestazione, anche in relazione ai tempi e al luogo di lavoro, siano organizzate dal committente".
La Cassazione boccia il ricorso di Foodinho: "I riders sono lavoratori subordinati"
La Suprema Corte ha stabilito che i ciclofattorini devono essere trattati come dipendenti e non come lavoratori autonomi
24 gennaio 2020 - 17.49