(Teleborsa) - Si apre con le proteste dei Sindacati il primo giorno della serrata totale di tutte le attività produttive non essenziali. Nel mirino, il fatto che nel provvedimento siano state inserite ulteriori aziende da tenere aperte, nonostante non fossero previste dal pre-accordo raggiunto nella giornata di sabato.

La Cgil in particolare, ha chiesto di modificare il decreto in senso più restrittivo minacciando lo sciopero ove non ci saranno le condizioni di sicurezza per i lavoratori.

"Abbiamo detto al Governo che non siamo d'accordo che attività non essenziali mettano a rischio la vita delle persone. Da quando lo abbiamo detto a quando è uscito il decreto, alcuni settori sono stati tolti, ma continuano a esserci settori non essenziali". Queste le parole del Segretario generale della Cgil Maurizio Landini, a Circo Massimo su Radio Capital, che chiede al Governo un incontro già oggi.

"Sabato - ha aggiunto - avevamo trovato un accordo per la sospensione delle attività, escluse quelle essenziali, per due settimane. Poi domenica, mentre aspettavamo che uscisse il decreto, sono cominciate a circolare voci sull'allargamento della lista - aggiunge Landini - non si può fare la letterina sottobanco per dire di tenere aperte le attività, anche per rispetto dei lavoratori. Non è stato un aggiustamento, ma uno stravolgimento. Dopo la lettera di Confindustria che chiede di allargare queste maglie, abbiamo chiesto al Governo un incontro per oggi per andare a precisare le attività necessarie e i settori non essenziali".

Subito è arrivata la replica del Presidente diConfindustria Vincenzo Boccia: “Sciopero generale? Onestamente non riesco a capire su cosa. I codici Ateco indicati dal Governo sono ancora più restrittivi ed è stato indicato nei prefetti la possibilità di verificare e controllare. Io non ho capito più di questo cosa si deve fare. Se qualcuno abusa, ci saranno i prefetti e gli stessi sindacati. Uno sciopero generale in questa fase non va bene neanche come messaggio al Paese. L’appello che faccio è: cerchiamo di essere compatti anche nelle nostre diversità, il fine è garantire di far arrivare la filiera essenziale nelle farmacie e nei supermercati”.