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Coronavirus, lieve calo di vittime e contagi. Conte firma Decreto

Boccia (Confindustria) scrive al Premier: "consentire prosecuzione attività funzionali alla continuità di quelle ritenute essenziali". Sindacati pronti a mobilitazione

Economia, Politica
Coronavirus, lieve calo di vittime e contagi. Conte firma Decreto
(Teleborsa) - Lieve diminuzione dei contagi da coronavirus e dei morti in Italia. Nella giornata di ieri, domenica 22 marzo, sono stati 651 i morti (venerdì erano stati 793), che portano così il totale a 5476. I nuovi contagiati sono 3.957, anche in questo caso meno del giorno precedente quando ne sono stati registrati 4821, in totale 46.638; i guariti sono 952 in un giorno, in totale 7024. Questo il bilancio aggiornato fornito dal Commissario per l'emergenza Borrelli nella consueta conferenza stampa alla Protezione Civile.

Un leggero calo dopo i numeri terrificanti delle giornate precedenti ma l'imperativo resta proseguire sulla strada delle restrizioni e del rigore, con ancora maggior forza e convinzione. "Mi auguro che questi numeri possano essere confermati, ha detto Borrelli. Non bisogna abbassare la guardia, tenere le misure adottate e rispettare le indicazioni anche del provvedimento del Governo".

CONTE FIRMA DECRETO - Sempre nella serata di ieri, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il Dpcm che dispone nuove misure restrittive per l'emergenza. E' di 80 voci l'elenco delle attività che continueranno a rimanere aperte dopo la nuova stretta. L'allegato al Dpcm precisa che continueranno a essere consentita anche attività legate alle famiglie, dalle colf e badanti conviventi ai portieri nei condomini. Resteranno in funzione l'intera filiera alimentare per bevande e cibo, quella dei dispositivi medico-sanitari e della farmaceutica e, tra i servizi, quelli dei call center. La lista potrà essere aggiornata con decreto del Mise sentito il Mef.

"Le disposizioni del decreto producono effetto dalla data del 23 marzo 2020 e sono efficaci fino al 3 aprile 2020. Le stesse si applicano, cumulativamente a quelle di cui al decreto del Presidente del Consiglio 11 marzo 2020 nonché a quelle previste dall'ordinanza del ministro della Salute del 20 marzo 2020 i cui termini di efficacia, già fissati al 25 marzo 2020, sono entrambi prorogati al 3 aprile 2020", si legge nel testo.

TRE GIORNI IN PIU' - Le imprese le cui attività sono sospese per effetto del presente decreto completano le attività necessarie alla sospensione entro il 25 marzo 2020, compresa la spedizione della merce in giacenza". Le attività che, con il provvedimento, vengono sospese, "possono comunque proseguire se organizzate in modalità a distanza o lavoro agile". "Le imprese le cui attività non sono sospese rispettano i contenuti del protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus covid-19 negli ambienti di lavoro sottoscritto il 14 marzo 2020 fra il Governo e le parti sociali".Non saranno sospese per le prossime due settimane le attività professionali.

SINDACATI PRONTI A MOBILITAZIONE - "Riteniamo inadeguato rispetto a questo obiettivo il contenuto del decreto e inaccettabile il metodo a cui si è giunti alla sua definizione". E' quanto affermano in un comunicato unitario Cgil, Cisl e Uil evidenziando che i sindacati "in questa fase difficile del Paese, hanno rappresentato sempre la necessità di mettere al primo posto la salute e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici" e con il protocollo ha sollecitato "il Governo a sospendere tutte le attività non essenziali rispondendo così alla necessità di contenimento del contagio".

LA LETTERA DI BOCCIA - Confindustria "sta affrontando con senso di responsabilità" la decisione del Governo di sospendere le attività produttive non essenziali. E sta offrendo "tutto il supporto possibile", ma la "stretta va contemperata "con alcune esigenze prioritarie del mondo produttivo": queste le prime righe della lettera che Vincenzo Boccia, numero uno di Confindustria, ha inviato al presidente del Consiglio, ringraziandolo per la convocazione e confermando la volontà dell’industria italiana di collaborare affinché si possano avere alimentari, prodotti farmaceutici e servizi essenziali, individuando però le soluzioni operative più efficaci.

Necessario, ad esempio, scrive Boccia "consentire la prosecuzione di attività funzionali alla continuità di quelle ritenute essenziali'.
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