(Teleborsa) - Un decreto "anacronistico" e "ingiustificato". Cesare Avenia, presidente di Confindustria Digitale, non ha dubbi riguardo l'iniziativa legislativa del governo che prevede di aumentare la quota per copia privata per dispositivo tecnologico (smartphone, pc, etc) da destinare agli autori. Confindustria insieme alle associate Anitec-Assinform e Asstel, in una nota congiunta, chiedono inoltre al ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini "di ripensare anche all'intero istituto della copia privata riformando la norma che lo ha istituito".

"La rapida evoluzione dei device, la crescente offerta di contenuti on-line da piattaforme specializzate e l'accesso a costi decrescenti alle reti a banda larga fisse e mobili - ha sottolineato Avenia - hanno radicalmente cambiato le abitudini di consumo legale di contenuti e oggi lo streaming è la modalità largamente prevalente di fruizione dei contenuti digitali. La copia privata è del tutto residuale e mantenere in vita il compenso, addirittura prevedendone l'aumento, assume sempre più il significato di un balzello sull'innovazione tecnologica, oltretutto in contrasto con le esigenze di modernizzazione del Paese". E conclude: "Confidiamo che il Ministro Franceschini fermi l'iter di emanazione di un decreto che è profondamente sbagliato, tanto più in questo momento". Secondo Avenia, infatti, si andrebbe ad aggravare il prelievo per copia privata sui dispositivi che in questo momento consentono di continuare le attività lavorative, didattiche e le relazioni sociali da casa.