(Teleborsa) - Giorni cruciali per il futuro dell'Europa che prova a ritrovare l'unità, dopo il colpo a vuoto nell'ultimo vertice dei leader di governo europei, che due settimane fa non riuscì a trovare un accordo sui mezzi per risollevare l'economia dei paesi tramortiti dal coronavirus. Oggi, dunque, riflettori puntati sulla riunione dei ministri delle Finanze dell'Eurogruppo.

A rischiare di far saltare il banco - e con lui il sogno europeo - il braccio di ferro che va avanti ormai da giorni su coronabond e Mes, che proprio ieri sera il Premier Conte è tornato a bocciare, definendolo "uno strumento assolutamente inadeguato". "Gli eurobond sono la soluzione: una risposta seria, efficace, adeguata all'emergenza che stiamo vivendo", ha scandito il Presidente del Consiglio in accordo con il Ministro dell'Economia Gualtieri, seduto al suo fianco.

Una proposta - quella caldeggiata da Italia, Spagna, Portogallo e Irlanda che però allo stato attuale sembra avere poche chances di spuntarla, molto più probabile che passi la linea del Mes "light" visto che il "fronte nordico" (Olanda, Finlandia, Danimarca e Austria) non vuole assolutamente sentir parlare di mutualizzazione del debito, di eurobond o di "Corona bond", e anzi premono perché queste ipotesi non siano neppure menzionate nei documenti dell'UE.

La Francia, intanto, media con la proposta di un Fondo di solidarietà della durata "da tre a cinque anni", e dovrebbe emettere titoli di debito sui mercati, con garanzie comuni, per mobilitare finanziamenti che potrebbero arrivare al 3% del Pil, con la Germania che sembra aver momentaneamente abbandonato l'intransigenza del fronte nordico, con una timida apertura allo strumento di debito comune. Per molti, solo strategica per prendere tempo e rimandare la discussione su questo punto all'autunno, approvando la parte restante del pacchetto.







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