(Teleborsa) - Secondo i dati Istat resi noti oggi, nel terzo trimestre del 2021, è aumentato sia il reddito disponibile (+1,8%) che i consumi delle famiglie (+3,6%) con un aumento del potere d'acquisto pari all'1,2% rispetto al trimestre precedente. Una fotografia che, tuttavia, non convince le associazioni dei consumatori per le quali la ripresa è ancora lontana.

"Dati insoddisfacenti. Se è certo positivo che i consumi delle famiglie siano saliti sia rispetto al secondo trimestre 2021, +3,6%, che rispetto al terzo trimestre 2020, +5,9%, siamo ancora troppo distanti dai valori pre-crisi – commenta Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori –. Se, infatti, raffrontiamo il dato di oggi con tutti gli ultimi trimestri pre-crisi del 2019, non c'è un solo confronto che sia in territorio positivo. In particolare, rispetto al terzo trimestre del 2019 i consumi delle famiglie sono ancora inferiori del 2,7%. E questo accade nonostante il reddito disponibile sia attualmente superiore a tutti quelli registrati nei quattro trimestre del 2019. Insomma, le persone non hanno ancora fiducia nel futuro e preferiscono accantonare risparmi a titolo precauzionale, anche se meno di prima. Una situazione, però, destinata purtroppo a peggiorare nel quarto trimestre del 2021, quando è arrivata la stangata di luce e gas e l'inflazione è decollata dal 2,5% di settembre al 3,9% di dicembre, cosa che determinerà un contraccolpo sul potere d'acquisto delle famiglie con conseguenze negative sui consumi".

I dati positivi dell'Istat circa la crescita dei consumi e del reddito delle famiglie nel III trimestre sono per il Codacons "obsoleti e purtroppo già superati, e dovranno scontrarsi con un quadro economico oggi profondamente modificato rispetto ai primi 9 mesi del 2021".

"I fortissimi aumenti delle bollette di luce e gas scattati ad ottobre e a gennaio, il caro-benzina e i rincari dei prezzi al dettaglio, schizzati alle stelle negli ultimi mesi del 2021, – afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – intaccheranno fortemente il potere d'acquisto dei cittadini con effetti diretti sulla spesa. La buona performance dei consumi e la crescita del reddito dovranno quindi fare i conti con rincari di prezzi e tariffe, generalizzati e in tutti i settori, che da un lato stanno oggi riducendo la capacità di acquisto delle famiglie, dall'altro avranno effetti negativi sulla spesa rallentando la ripresa economica del paese".


COMUNICATO STAMPA DELL'UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI DEL 7-01-22