(Teleborsa) - Uber Eats ha tenuto una "condotta antisindacale" per aver deciso di chiudere l'attività di food delivery in Italia ed aver licenziato su due piedi tutto il personale su strada, circa 4mila rider, qualificabili come lavoratori subordinati. Lo ha stabilito il Tribunale di Milano, suggerendo che la società avrebbe dovuto prima attuare una procedura di informazione e consultazione prevista dalla legge 234/2021 sulle delocalizzazioni e una una procedura di licenziamento collettivo a norma della legge 223/1991.

Il tribunale ha quindi accolto l’azione per condotta antisindacale promossa da alcune organizzazioni aderenti alla Cgil - Nidil, Filcams e Filt. nei confronti di Uber Eats ed ordina alla società di riattivare tutti i contratti e ripartire dalla consultazione con le organizzazioni sindacali.

Nel prendere questa decisione i giudici hanno analizzato le modalità concrete di svolgimento della prestazione e i vincoli cui è soggetto il rider, concludendo che si tratta di lavoratori subordinati. Pertanto, Uber avrebbe dovuto seguire l'iter previsto per le delocalizzazioni (legge 234/2021) e la proceduta per i licenziamenti collettivi (legge 223/1991).