(Teleborsa) - "Siamo determinati a garantire che l’inflazione ritorni al nostro obiettivo di medio termine del 2% in modo tempestivo", pr questo motivo "le nostre decisioni future garantiranno che i tassi ufficiali saranno fissati a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario". Lo ha confermato oggi nella conferenza stampa la Presidente della BCE Christine Lagarde, dopo che il Board ha validato l'attuale impostazione della politica monetaria e mantenuto i tassi d'interesse al 4,5%.

"Continueremo a seguire un approccio dipendente dai dati per determinare il livello e la durata appropriati della restrizione", ha detto la numero uno dell'Eurotower, in qualche modo escludendo la possibilità di tagli dei tassi nell'immediato e dopo aver sottolineato che i tassi di interesse "sono a livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al raggiungimento dell'obiettivo".

Rispondendo ad una domanda più specifica sul tema, Lagarde ha precisato che nell'ambito del Board c’è consenso sul fatto che sia "prematuro parlare di tagli dei tassi di interesse" e che i dati dell'inflazione verranno esaminati "con molta attenzione" per assumere le decisioni appropriate.

Parlando della situazione economica dell'Eurozona, la presidente ha spiegato "è probabile che l’economia abbia registrato una stagnazione nell’ultimo trimestre del 2023. I dati in arrivo continuano a segnalare debolezza nel breve termine. Tuttavia, alcuni indicatori segnalano una ripresa della crescita in un prossimo futuro. "Il mercato del lavoro è rimasto robusto. Il tasso di disoccupazione, al 6,4% a novembre, è tornato al livello più basso dall’inizio dell’Euro".

Quanto all'inflazione, la Presidente ha ricordato che è risalita al 2,9% a dicembre, ma "il rimbalzo è stato più debole del previsto" ed è "proseguita la tendenza generale al ribasso". "Si prevede che l’inflazione diminuirà ulteriormente nel corso di quest’anno - ha proseguito - poiché gli effetti dei passati shock energetici, dei colli di bottiglia dell’offerta e della riapertura dell’economia post-pandemia si affievoliranno e la politica monetaria più restrittiva continuerà a pesare sulla domanda".

"I rischi per la crescita economica restano orientati al ribasso", ha spiegato la numero uno dell'Istituto di Francoforte, facendo cenno a fattori di tipo economico, quali gli effetti della politica monetaria, la debolezza dell'economia mondiale e l'ulteriore rallentamento del commercio globale, ed ai rischi geopolitici legati alle guerre fra Russia ed Ucraina ed in Medioriente. I rischi per l’inflazione, invece, sono importati al rialzo, ed includono l’acuirsi delle tensioni geopolitiche, soprattutto in Medio Oriente, e l'aumento dei salari superiore al previsto.

Lagarde ha fatto cenno anche ai governi, affermando che "dovrebbero continuare a ridurre le misure di sostegno legate all’energia per evitare di aumentare le pressioni inflazionistiche a medio termine. Le politiche fiscali e strutturali dovrebbero essere progettate per rendere la nostra economia più produttiva e competitiva, nonché per ridurre gradualmente i rapporti di debito pubblico più elevati".

"Le riforme strutturali e gli investimenti derivanti dalla piena attuazione del programma Next Generation EU – ha sottolineato Lagarde - possono contribuire a ridurre le pressioni sui prezzi nel medio termine, sostenendo al contempo le transizioni verde e digitale".