(Teleborsa) - La riunione del FOMC del 1° maggio dovrebbe risultare interlocutoria, con tassi per il sesto meeting consecutivo al 5,25-5,50%. I toni sia del comunicato che della conferenza-stampa di Powell potrebbero essere meno accomodanti rispetto alla riunione di marzo, per via soprattutto delle recenti sorprese al rialzo sui dati di inflazione. Powell dovrebbe evidenziare la possibilità che la Fed possa attendere più di quanto previsto in precedenza prima di intraprendere un percorso di riduzione dei tassi. Lo affermano gli economisti di Intesa Sanpaolo Paolo Mameli e Mario Di Marcantonio.
Nonostante i toni più hawkish adottati dai membri del FOMC, le condizioni finanziarie nelle ultime settimane sono rimaste in territorio espansivo. Dall'ultimo FOMC, le attese di mercato sui tagli Fed si sono ulteriormente ridotte: gli investitori oggi vedono come scenario più probabile quello di un solo taglio nel 2024 (entro la riunione del 7 novembre), con una probabilità di circa il 40% di un secondo intervento entro fine anno.
Le aspettative di Intesa di fine 2023 sull'economia statunitense, che vedevano una crescita del PIL superiore alle attese di consenso, una tenuta del mercato del lavoro e un calo molto lento dell'inflazione, e conseguentemente una Fed assai meno dovish di quanto allora scontato dagli investitori, si sono concretizzate. Anzi, i due tagli dei tassi che gli economisti di Intesa si aspettavano alla fine dell'anno scorso dalla Fed nel 2024 (e che corrispondono al loro attuale scenario di base) potrebbero ora sovrastimare l'entità delle mosse che la banca centrale statunitense si avvia a implementare quest'anno.
Condizione necessaria per l'avvio di un ciclo espansivo è - secondo Mameli e Di Marcantonio - una discontinuità nei dati di inflazione, non episodica ma protratta per qualche mese, pur in presenza di un PIL resiliente e di un mercato del lavoro ancora robusto: verosimilmente, occorrerà almeno una striscia di diversi dati mensili sul PCE core in area 0,1% m/m in media (non troppo dissimile da quella vista nella seconda metà dello scorso anno), in assenza della quale la possibilità che la Fed possa decidere solo un taglio, o nessun taglio dei tassi quest'anno, non è da escludere.