(Teleborsa) - il Consiglio Europeo del 18 e 19 dicembre ha in agenda diversi temi di estrema rilevanza per l’Italia e l’Europa, ma ad occupare un ruolo di primo piano nella discussione sarà, ancora una volta, la guerra di invasione Russa all’ Ucraina. Lo ha detto la Presidente del Consiglio Meloni nell'Aula della Camera.
Come sapete, nella serata di lunedì ho partecipato al vertice di Berlino, insieme al Presidente Zelensky, a diversi colleghi europei, e ai negoziatori americani Steve Witkoff e Jared Kushner, in un clima costruttivo e unitario che vale la pena di sottolineare. Ne è scaturita una dichiarazione finale dei leader europei che riprende tutte le priorità che l’Italia ha sostenuto in questi mesi difficili, e che ho ribadito anche martedì scorso accogliendo a Roma il Presidente Zelensky, ha sottolineato la premier.
Il cammino verso la pace, dal nostro punto di vista, non può prescindere da quattro fattori fondamentali: lo stretto legame tra Europa e Stati Uniti, che non sono competitor in questa vicenda, atteso che condividono lo stesso obiettivo, ma hanno sicuramente angoli di visuale non sovrapponibili, dati soprattutto dalla loro differente posizione geografica. Il rafforzamento della posizione negoziale ucraina, che si ottiene soprattutto mantenendo chiaro che non intendiamo abbandonare l’Ucraina al suo destino nella fase più delicata degli ultimi anni. La tutela degli interessi dell’Europa, che per il sostegno garantito dall’inizio del conflitto, e per i rischi che correrebbe se la Russia ne uscisse rafforzata, non possono essere ignorati e il mantenimento della pressione sulla Russia, ovvero la nostra capacità di costruire deterrenza, di rendere cioè la guerra non vantaggiosa per Mosca.
Come sta, nei fatti, accadendo, perché, oltre la cortina fumogena della propaganda russa, la realtà sul campo è che Mosca si è impantanata in una durissima guerra di posizione, tanto che, dalla fine del 2022 ad oggi, è riuscita a conquistare appena l’1,45% del territorio ucraino, peraltro a costo di enormi sacrifici in termini di uomini e mezzi. È questa difficoltà l’unica cosa che può costringere Mosca a un accordo, ed è una difficoltà che, lo voglio ricordare, è stata garantita dal coraggio degli ucraini e dal sostegno occidentale alla nazione aggredita.
Siamo chiamati a scelte politiche che richiedono visione e responsabilità, e che vanno ben oltre il dibattito su come trovare le risorse per sostenere l’Ucraina. Perché in gioco non ci sono solo la dignità, la libertà e l’indipendenza dell’Ucraina, ma anche la sicurezza dell’Europa nel senso più ampio del termine. Questo dibattito sarà il tema principale del prossimo Consiglio europeo, e trovare una soluzione sostenibile sarà tutt’altro che semplice.
Sul bilancio Ue, è "probabile che sarà necessario aumentare la dimensione", ha detto la premier. "Non siamo in principio contrari, ma lo si potrà fare solo a determinate condizioni. Dovremo anzitutto evitare che un bilancio europeo più grande pesi eccessivamente sulla nostre finanze.
"La sostenibilità dei conti pubblici è per questo governo una priorità assoluta come dimostra il lavoro fatto negli ultimi anni e lo è ancor di più alla luce del ruolo di contributori netti al bilancio Ue quali siamo da oltre vent'anni", ha dichiarato. A questo si aggiunge il fatto che la proposta della Commissione prevede da un lato maggiori contributi e dall'altro minori allocazioni a politiche tradizionali e per noi fondamentali come la politica agricola comune e la coesione veri e propri pilastri dell'Unione Europea e dei suoi trattati. Lo dirò senza giri di parole: non accetteremo di pagare di più per ottenere di meno".
Meloni ha terminato il suo discorso alla Camera, che contiene le comunicazioni in vista del Consiglio europeo. La seduta è sospesa: la premier andrà in Senato per la consegna del testo. Alla ripresa dei lavori in Aula partirà la discussione generale, che durerà circa due ore. A seguire, si svolgeranno le repliche di Meloni, quindi le dichiarazioni di voto e il voto sulle risoluzioni con i lavori che dovrebbero terminare intorno alle 17.
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Continuiamo pressione economica sulla Russia, sul Donbass pretese irragionevoli"
17 dicembre 2025 - 13.07