(Teleborsa) - Italia e Spagna non sono più "periferia" dell'Eurozona. Secondo un’analisi del Financial Times, in un approfondimento dedicato ai titoli sovrani, i costi di finanziamento dei due Paesi sono scesi ai livelli più bassi degli ultimi 16 anni rispetto alla Germania, segnale di una rinnovata fiducia da parte degli investitori.

Il differenziale tra BTP decennali e Bund tedeschi si è ristretto intorno ai 70 punti base, il minimo dalla fine del 2009. Ancora più marcato il caso della Spagna, con lo spread sceso sotto i 50 punti base, livelli che non si vedevano dalla fase precedente alla crisi del debito sovrano.

Ales Koutny, responsabile dei tassi internazionali di Vanguard, parla di una "fusione" tra la vecchia periferia e Paesi storicamente considerati più sicuri, come Francia, Belgio e Austria. La ragione? La disciplina di bilancio mostrata da Roma e Madrid, unita alla crescita sostenuta dell’economia spagnola, sta riducendo la percezione del rischio. Al contrario, economie tradizionalmente solide stanno finendo sotto osservazione: la Francia, con un deficit elevato e tensioni politiche, registra costi di indebitamento superiori a quelli spagnoli, mentre la Germania è stata rivalutata dai mercati dopo il maxi piano di spesa da mille miliardi di euro.

Le proiezioni di Vanguard indicano che il trend potrebbe proseguire anche nel 2026: lo spread italiano potrebbe scendere a 50–60 punti base, mentre quello spagnolo potrebbe attestarsi tra 30 e 40 punti base, consolidando ulteriormente il nuovo equilibrio all’interno dell’Eurozona.