(Teleborsa) - L'UE sta perdendo terreno rispetto agli Stati Uniti sul tema dell'approvvigionamento energetico, anche per la riluttanza a cogliere le opportunità offerte dallo shale gas, e rischia di perdere occasioni di attrarre investimenti in ricerca e sviluppo.

L'ammissione è stata fatta dall'AD dell'Eni Paolo Scaroni al Financial Times, in occasione del "FT Global Shale Energy Summit". Il numero uno della società del cane a sei zampe ha sottolineato che gli operatori statunitensi pagano l'energia la metà e il gas un terzo in meno, oltre ad avere un minor costo del lavoro e imposte più basse. Di qui la provocazione: conviene investire in Europa o in Texas?

Il manager ha ricordato che oggi il gas costa in Europa 10-11 dollari per milione di BTU e che l'export di LNG degli Stati Uniti potrebbe in futuro spingere i prezzi attorno agli 8 dollari, valore ancora insufficiente a poter competere con i prezzi d'occasione praticati oltreoceano.