(Teleborsa) - Avrebbero a disposizione un piccolo impero economico da 2 miliardi di euro, i miliziani dell’Isis, che se da una parte terrorizzano le popolazioni, dall’altra usano tanti quattrini per acquisire beni e servizi. Resta comunque il dubbio sulla velocissima ascesa del piccolo gruppo islamico jihadista, nato solo nel 2003 e già giunto ai vertici della scala del terrore.

Un gruppo finanziariamente indipendente grazie a "laute donazioni saudite", come riporta l’Istituto francese di analisi strategiche. "Un sostegno ritenuto ambiguo". Il ricercatore dell’Istituto, David Rigoulet Rose, ha dichiarato a Radio Vaticana che "è impossibile sapere se le donazioni possano esser ricondotte direttamente al governo saudita o a facoltose famiglie, comunque sunnite, che hanno donato fondi di propria iniziativa".

Certo è che l’obiettivo proposto inizialmente è stato raggiunto e cioè quello di danneggiare i governi legittimi di Siria e Iraq, a base sciita. Adesso i governi sunniti del medio oriente, che percepiscono la grave minaccia ai loro interessi prefigurata dall’Isis, hanno raccolto l’invito del presidente Obama per fronteggiarne comunemente l’avanzata in Siria e nel nord dell’Iraq e riconquistare le aree petrolifere e le raffinerie sotto il suo controllo, da cui provengono oltre la metà dei suoi introiti.